Un progetto artistico nato dall’incontro di Orlando Manfredi con un Orlando che, intimisticamente parlando, si rapporta con il mondo e le realtà che incrocia passo dopo passo. È “From Orlando to Santiago” il nuovo album del cantautore, attore e scrittore torinese: un disco trasformato in spettacolo, inteso come viaggio “alla ricerca di”, per mettersi a nudo durante un viaggio solitario, accompagnato solo da uno zaino, la sua chitarra da viaggio ed un tablet. L’album, registrato fra il 2012 e il 2013 a Torino, con la produzione artistica di Gigi Giancusi (Perturbazione) e Gianni Condina (Subsonica, Assalti Frontali), è arricchito dalla presenza di artisti come Fabrizio Cammarata, Elena Diana, Matteo De Simone (Nadàr Solo), i Fratelli Mancuso. Spunti riflessivi e continuo confronto con il mondo in tutte le sue sfaccettature prendono vita astrattamente nell’osservare ciò che ruota intorno alla nostra quotidianità, nel concreto, invece, in una tracklist organica di canzoni che scavano nell”intimo rock” di un cantautore che indaga gli aspetti mistici della sua esistenza. Il suo pellegrinaggio a Santiago di Compostela, lungo 800 km, durato 40 giorni, consumato in 1.574.563 passi, ha prodotto frutti musicali ricchi di sfumature; alla base si evince una filosofia di vita in continuo divenire, una strada per incrociare strade vecchie e nuove, percorse o da percorrere, per incontrare, tra la varietà di storie, racconti di persone, sè stesso. Così i 13 brani di “From Santiago to Orlando” trattano tematiche quali l’amore attraverso le note di un pianoforte, le delusioni, la voglia di rincorrere mete per realizzare i propri desideri e molto altro: il tutto nell’ottica di un viaggio interiore, di conquista, di vita, di confronto. L’incipit del disco vuole essere un omaggio al passato, alle usanze di un tempo. È con uno sguardo rivolto ai retaggi di vita bucolica, ormai scomparsa, che Orlando Manfredi canta “Attaccavano un’acciuga”, brano dal sapore tradizionale di un canto popolare che, immediatamente, si proietta alla quotidianità del mondo contadino. Un occhio di riguardo al passato, dunque, per poi analizzare meglio il presente. La fugace nostalgia della semplicità, per poi cercare di cogliere le rovine dei nostri tempi. Di crisi ne sentiamo parlare ovunque perché al centro dei nostri discorsi. A volte è un mezzo, a volte un pretesto, altre volte la giustificazione delle nostre azioni. Orlando, però, tratta nel brano “Nuova grammatica” la crisi più profonda che una civiltà possa vivere, quale la povertà delle parole, le difficoltà che la linguistica italiana si trova a dover affrontare. L’artista, ad un tratto, si sente come se fosse un alieno, in “Telefono casa”, rapportandosi con un presente che sembra di non appartenergli. Perciò, alla ricerca di una qualche verità, cammina. Cammina in “Falso movimento”, track dal ritmo pop melodico. Cammina nelle note blues di “Avenida”. Poi, però, fa qualche passo indietro. Un viaggio a ritroso in “Fulgida stella”, brano arricchito da sfumature corali per poter toccare e vedere quella stella che è sempre sopra di noi, anche quando non riusciamo a percepirne la sostanza. La musica di Orlando Manfredi aka Duemanosinistra riesce a cogliere una visione più ampia del pellegrinaggio, lontana dalla sua consueta concezione. Egli è riuscito a tessere relazioni con la natura e la naturalità delle persone, senza il desiderio di prendere scorciatoie. L’essenzialità del nostro spirito viene cantato sì con lucidità, ma soprattutto con dedizione, attenzione. I molteplici aspetti riguardanti l’umanità vengono posizionati sul trampolino di lancio per regalarci un viaggio mistico e multimediale, per percorrere mille strade ed entrare nelle scarpe di persone e muovere passi nel passato, proiettarsi nel futuro restando dinamico nel presente.
Lucia Santarelli