Sono film questi video, tra lyrics e clip ufficiali. Ma sono anche momenti di pura goliardia e follia romantica, leggerezza che si dipana senza limiti dentro quel modo di scherzare che troppo (forse) sfocia in una caciara di amici. Tornano in scena i Ken La Fen e lo fanno con “Tuo padre” un disco ispirato e denso, davvero denso di spunti e di riflessioni… tra una maschera e l’altra, tra un eccesso e l’altro… un po’ più maturi e consapevoli dopo il successo riportato da X-Factor.
Un disco che fa il verso a tantissime cose… quante citazioni ci sono dentro? O è solo una mia impressione?
Ottima osservazone, il disco è ricco di citazionI piu o meno velate, alcune anche involontarie che i nostri ascoltatori piu attenti ci fanno notare. Nell’epoca in cui viviamo bombordati da migliaia di stimoli, è facile incappare in citazioni che appartengono a mondi apparentemente diversi tra loro ma che in realtà hanno un fil rouge che li tiene insieme. Ci piace racchiudere questa mole di informazioni input e ed espressioni sotto un unico tetto, quello del “Trash emozionale”. Termine coniato da una nostra carissima amica nel tentativo di definire il nostro progetto musicale.
La provincia italiana: quanto di questo disco nasce proprio ispirata a questo modo di vivere?
Tanto, essendo la nostra musica improvvisata e spontanea è naturalmente legata al momento in cui la stessa viene creata. Avendo vissuto gran parte delle nostre vite in provincia vien da sè che uno più due fa tre. La provincia ci ha plasmati, ci ha dato i valori, i codici e ci ha fatto vedere uno spaccato di vita completamente diverso da quello che propone la città. Croce e delizia dei suoi abitanti, la provincia può risucchiarti o accoglierti, elevarti o limitarti.
Ricca di colori sapori emozioni pregne, ma anche fatta di isolamento. Raccomandiamo di viverla con le dovute precauzioni.
Avrebbe potuto nascere Ken La Fen senza il piccolo borgo di provincia?
“Sono sicuro che nato in città mi ero iniziato a fare di bamba, 15 anni..16 ero già morto oppure in comunità”..Sfruttiamo l’autocitazione da “Pescara Domenica” per dirvi che: si, poteva nascere, ma sarebbe durata poco.
L’innocenza la purezza e il senso di comunità che sa insegnarti la vita da paese è certamente in controtendenza con l’individualismo esasperato e opportunistico che risiede nell’anima di chi vive la città (non di tutti sia chiaro).
Non è facile tutelare la propria esistenza in un luogo imprevedibile e cosi pieno di insidie come la città. IL paese invece ha i suoi codici i suoi ritmi e i suoi equilibri che di rado vengono scalfiti. Tutto molto prevedibile,
la cosiddetta bambagia o confort zone se preferite.
E come ha reagito la piccola comunità a tutta questa eccentrica esagerazione?
La questione è che veniamo da paesi davvero ricchi di personaggi eccentrici, comunemente etichettati come “matti di paese” quindi la stravaganza è di casa. Il supporto è sempre stato tanto e tanta la partecipazione, fin dalle prime uscite live nel 2018. Essere profeti in patria è sempre piuttosto difficile, ma quando succede è davvero un segnale incoraggiante, una spinta in più che ci accompagna da sempre.
Che poi alla fine: siete voi esagerati o lo è il mondo attorno e noi non ce ne rendiamo conto?
Il mondo intorno a noi non è solo esagerato, è anche multisfaccettato, incoerente e mostruoso. Noi siamo uno dei tanti “frutti” di questo pianeta, siamo il risultato di un contesto di vita sfumato e tragicomico. Viviamo in una fregatura, iperbolica e sgraziata.
E se vi dicessi che questo è un disco politico? Voi cosa mi rispondete?
È davvero difficile non vedere la politica in ogni ambito. Tutto quello che facciamo è politica, il punto è esserne consapevole o meno. Qualcuno dice che per noi artisti sarebbe meglio non schierarsi politicamente, ma il fatto di non schierarsi è comunque prendere una posizione, che è un gesto politico a tutti gli effetti. Quindi in definitiva si TUO PADRE è un disco politico.