Per adesso questo disco possiamo solo comprarlo… che paradosso scrivere queste cose, vero? Viviamo nel tempo in cui è normale che la musica sia fruibile gratuitamente sempre e ovunque. Anzi è strano, per tratti assurdo che non lo si trovi gratis dentro i santi contenitori di streaming. Eppure, per fortuna, ci sono ancora artisti che tutelano il lavoro e il frutto che esso produce. Massimo Priviero è tra questi e almeno per qualche tempo, cari voi tutti, ad eccezione del singolo, il suo nuovo disco potete soltanto comprarlo.
Il nuovo disco di Massimo Priviero dicevamo… beh non viene tradita alcuna aspettativa. Nel suono, nelle liriche, nei riverberi, nelle impostazioni vocali, fin dentro quel messaggio di memoria e di storia. E la speranza nel domani oggi significa anche rispetto proprio della storia, della memoria, del tempo di ieri. È un po’ questo guardarsi indietro che vive dentro “Diario di vita”, disponibile anche in vinile. Sono 13 nuove canzoni, anzi 12 visto che la bellissima “Il migliore dei mondi possibili” aveva visto la luce tempo fa… l’etichetta che lo vuole lo Springsteen italiano non sbaglia e lui ci sta dentro con tutte le mani. Ancorato a quel suono che mai cambia perché l’identità è forte, è monolitica, resiste al tempo e alle mode. Non è questione di non “aggiornarsi” o di non stare “al passo coi tempi”: è questione di averlo visto e vissuto il mondo, di aver raccolto ogni storia e ogni forma possibile e solo allora saper avere la capacità di scegliere e sempre e comunque restare chi si è per davvero, anche dentro mille vestiti diversi… restare sempre chi siamo… è la prima forma di coerenza o, se volete, la prima grande occasione di tradimento per questa vita. E il vestito di un cantautore è tutto dentro il suo suono, la sua forma, il suo mondo possibile. E questo disco si apre con una meravigliosa vista sulla vita passata, la memoria di un nonno che ce lo raccomanda ad ogni inciso che la memoria e il ricordo deve restarci dentro ovunque si vada. Morbido volo a planare l’inizio, il rock (che poche volte rilassa il respiro) a seguire… la pace della chiusa con “Ritratto” è solo una sosta per la bonus track “Il mio nome è pace”, il vero confine di questo lavoro di nuove canzoni. Ritrova anche i sapori irlandesi, il fascino ritualistico della spiritualità dentro momenti che sanno di gospel, soluzioni corali e anche una dose di pop rock all’italiana maniera che non guasta affatto. Mescola tutto come ha sempre fatto e non si tradisce mai. Lui è Massimo Priviero, una granitica certezza, un cantastorie privo di tempo, uno che sa bene come stare al mondo e come raccontarci la fragilità che appartiene ad ognuno di noi. Nessuno si senta escluso. Quanto meno sa bene come celebrare la gratitudine di ogni giorno che Dio manda in terra… qualunque sia la nostra terra. Sono veri dischi “politici”, nel senso alto di questa parola…