“Quando l’io diventa noi, ogni male diventa un bene”: è questo lo slogan della prima edizione del Wao Festival (We Are One), manifestazione tra new age e musica elettronica che verrà ospitato dal 30 luglio al 2 agosto sulle pendici del Monte Peglia in Umbria. Una location totalmente immersa nella natura che farà da sfondo all’appuntamento zero di quella che si preannuncia davvero come una kermesse sui generis: non solo dance floor e dj set, ma anche workshop, incontri , stand e meditazione tutto all’insegna della sostenibilità ambientale e dello sviluppo sinergico, creativo ma soprattutto a impatto zero.
Più di venti live set di musica elettronica e non solo: ci sarà infatti spazio anche per sonorità che spaziano dalla techno al jazz, dal rock allo psichedelico. Ad accompagnare le performance diversi incontri con maestri di yoga e meditazione e ancora workshop per approcciare a pratiche new age come il massaggio ad onde sonore. Per chiarire le idee e spiegare cosa succederà in questi quattro giorni la parola alla WAO Festival Tribe, autodefinitasi “un’unica intelligenza collettiva”.
“L’io diventa noi”: un messaggio chiaro per un festival che vuole costruire radici profonde. Quali sono i vostri obiettivi e come è nata l’idea?
Stiamo vivendo in un’epoca di grandi cambiamenti socio-culturali, e l’umanità sta affrontando una sfida senza precedenti nello sforzo di riparare i danni causati dall’industrializzazione nel tentativo di creare un futuro sostenibile per le generazioni a venire. Il risveglio della sensibilità sulle tematiche ambientali sta avvenendo in sempre più larga parte della popolazione ed abbiamo pensato che un festival focalizzato sulle tematiche dell’eco-architettura potesse fungere da vettore di questa nuova visione dell’esistenza e che potesse essere utile per accrescere le competenze degli individui nel campo della sostenibilità.
Wao Festival e permacultura: come questi due concetti si uniscono?
La permacultura è un metodo di progettazione per la creazione e il mantenimento degli ecosistemi, che si prefigge l’obbiettivo di integrare armonicamente l’ambiente ed i sui abitanti creando un beneficio per tutti gli attori del sistema. La nostra idea è di applicarne i principi fondati al fine di realizzare un festival che salvaguardi l’ambiente e le risorse naturali. Abbiamo sviluppato un piano strategico tramite il quale abbiamo identificato le azioni da compiere nei prossimi anni che ci consentiranno di sviluppare i progetti necessari a creare una sinergia olistica tra ecologia, economia e tecnologia. Il cuore pulsante del nostro evento è l’area culturale, il luogo dove i partecipanti troveranno le informazioni necessarie per iniziare a costruire una nuova identità individuale e collettiva attraverso una nuova visione del mondo. Questo è il posto dove verranno messi a disposizione gli strumenti concettuali ed informativi necessari a costruire una realtà più sostenibile, tramite soluzioni pratiche a problemi universali. In questo ambito ci concentreremo sulla presentazione di nuove strategie, prospettive, idee e progetti che forniranno ai partecipanti il retroterra culturale per operare la trasformazione delle loro esistenze di consumatori in vite reali di attori attivi della società. La permacultura è una grande maestra che ci insegna come possiamo collaborare con le leggi della natura al fine di creare un futuro positivo per questa e per le generazioni a venire.
Musica, workshop, educazione ambientale e molto altro: che filosofia seguirà il Wao Festival?
Inutile negare che per rendere accattivante un evento basato sulla sostenibilità ambientale serve un forte catalizzatore per attirare le giovani generazioni. Il linguaggio della musica elettronica è un vettore della contemporaneità che può essere efficacemente usato per attirare anche i giovani più avulsi alle tematiche ambientali e veicolarli verso comportamenti virtuosi che altrimenti ignorerebbero. Un evento di consapevolezza ambientale è la via più efficace di offrire alle giovani generazioni un esempio concreto di come sia possibile vivere una vita nel rispetto dell’ambiente. Nella nostra visione un luogo di incontro come un festival deve espletare la funzione fondamentale di fornire degli strumenti conoscitivi ai propri fruitori, strumenti orientati al cambiamento e all’evoluzione, finalizzati alla creazione di una realtà che approcci positivamente il futuro sviluppo del genere umano attraverso l’educazione e la conoscenza. Il nostro programma ambientale è stato pensato per consentire una partecipazione pro-attiva dei fruitori, al fine di ottenere un coinvolgimento totale nelle attività ludico-formative che proponiamo. I nostri workshops, le nostre conferenze così come le attività pratiche saranno focalizzate su tematiche ecologiche pionieristiche come la produzione di energia tramite fonti alternative, la sanificazione delle deiezioni, il trattamento organico delle acque reflue, il riutilizzo di materiali da costruzione, la rigenerazione degli habitat e degli ecosistemi, il riciclaggio e la compostizzazione degli scarti alimentari, l’utilizzo dei sistemi avanzati di trasporto condiviso, l’Eco-Arte, la bio-edilizia, i bio-carburanti, l’integrazione degli individui con minori abilità fisiche nei processi produttivi d’avanguardia, l’educazione sui principi della permacultura e la creazione di una nuova società orientata ad una coesistenza consapevole con l’ecosistema terrestre.
Che tipo di ricezione avete avuto e chi sembra essere il frequentatore tipo?
Durante le ultime settimane abbiamo analizzato i contenuti delle email e dei messaggi ricevuti dai nostri front-end (pagina Facebook, email e sito in primis) e ne è risultato un fortissimo interessamento sulle tematiche dell’eco-architettura, delle discipline olistiche e dell’alimentazione consapevole da parte del pubblico che abbiamo raggiunto. Il nostro sito ha registrato migliaia di contatti al giorno dai quattro angoli del globo con dei picchi importanti negli Stati Uniti, in Brasile e Germania ovviamente in Italia. Il sentimento generale dei messaggi ed i feedback ottenuti ci descrivono un panorama di forte interesse sulle tematiche che andremmo a trattare. Ovviamente prevediamo che ci saranno anche numerose presenze interessate agli aspetti più “ludici” e di intrattenimento.
Filo conduttore della manifestazione sarà la musica elettronica, una sfera festivaliera non ancora molto sviluppata in Italia ma che sembra avere sempre più successo. Chi saranno gli artisti di punta e come saranno organizzati i djset?
Ci teniamo in particolari modo a chiarire questo punto in quanto il filo conduttore non è la musica elettronica: la musica è un elemento, che per quanto catalizzatore, riteniamo a latere della nostra offerta culturale. Il successo dei festival che riteniamo nostri “fratelli maggiori” come il Boom Festival che si tiene ogni due anni in Portogallo durante il plenilunio di agosto, il Burning Man del deserto del Nevada o l’Envision che si tiene in Costa Rica è dovuto proprio al fatto che non si tratta di festival musicali ma di festival “trasformazionali” che si pongono al di fuori delle mere logiche del profitto e che hanno come scopo quello di creare una comunità planetaria consapevole che basa la propria cultura su principi etici e sostenibili. Per rispondere alla sua domanda posso però dirle che gli artisti proverranno dai quattro angoli del globo, Giappone, Russia, Australia, India, Inghilterra, Messico e Regno Unito oltre ad un folta schiera di artisti nostrani che producono ed eseguono musica di grande qualità ed unicità. Goa Trance, Future Garage, Ambient, Bass, Glitch Hop, Drum’n’Bass sono i generi che proponiamo all’interno del nostro programma musicale.
Una location particolare quella del Monte Peglia che sottolinea le caratteristiche della kermesse: full immersion nella natura e valorizzazione del contatto umano e l’iterazione. Perché proprio questa scelta logistica?
Quello che ci ha maggiormente colpito del Monte Peglia è che dietro quella tranquilla e quasi statica foto da cartolina si nascondevano movimenti e esperienze determinate e avanguardistiche. Quasi trent’anni fa in queste zone ci sono state una serie occupazioni di casali abbandonati, esperienze “post hippies” che sarebbero facilmente potute diventare comunità chiuse, isole di Wight cristallizzate, impermeabili. Al contrario le comunità di occupanti sono decise a fare dei casali non solo la propria abitazione ma territorio di sperimentazione di nuove forme di architettura edile per le civili abitazioni (quella che oggi chiamiamo ecotecture) e luoghi di formazione personale. Una sfida coraggiosa che negli anni a seguire ha costretto le amministrazioni locali a confrontarsi con grandi ambizioni. Oggi questa comunità è un punto di riferimento autorevole per le battaglie di tutto il territorio circostante in primis quella contro il grande eolico che rischia di deturpare in maniera irreversibile questa montagna e che richiede la loro e la nostra attenzione e determinazione.
Infine, per chi ancora fosse indeciso, tre motivi per venire al Wao Festival?
Noi lavoriamo affinché il nostro festival diventi un vettore del cambiamento e dell’evoluzione dei comportamenti. Ci piacerebbe riuscire a soddisfare molteplici esigenze contemporaneamente permettendo a tutti di: partecipare attivamente ad un evento di trasformazione sociale; essere parte di un processo creativo; costruire un progetto comune per lo sviluppo di soluzioni sostenibili, la crescita personale, la valorizzazione delle differenze.
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A cura di Francesca Ceccarelli