Ormai sembra essere una prassi. Tornare indietro a quando l’underground italiano suonava rock. Il progetto milanese dei Noema portano in scena un nuovo brano dal titolo “Ascensore”: didascalica figura allegorica (e neanche tanto) della vita che si costringe ad aversi nel breve volgere di qualche piano. Il contatto umano, altro tassello reazionario nella liquidità digitale di oggi, una forza che stiamo dimenticando capace di esprimere relazioni dalle forme inattese. E tutto questo suona rock… puro istinto, come quel che accade in ascensore…
Partiamo dal suono rock: come nascono i Noema?
È importante una datazione per rispondere a questa domanda. Siamo nati come gruppo negli anni 90, incontrandoci alle superiori e sfruttando la proprietà transitiva delle amicizie per consolidarci sotto il nome Noema. Il nostro genotipo, quindi, ha necessariamente molti riferimenti a quel suono rock che nei 70 predominava e nei 90 è tornato alla ribalta sotto vesti un po’ modificate.
Il futuro digitale? In qualche modo tocca anche voi?
Tocca tutti e non potrebbe essere altrimenti, se pensiamo a piattaforme ed algoritmi. Che poi non è il futuro ma è il presente. Per raccontare i cambiamenti in corso ma già abbondantemente osservati potremmo citare il solo titolo di una nostra canzone : “C’era una volta”…
Parliamo di questo disco: per voi cosa rappresenta il XXI secolo?
Un secolo dove tutto viene consumato con rapidità, fagocitato, l’attenzione scarseggia e la capacità di ascolto e la voglia di informarsi latitano di conseguenza. Come un atleta che continua a fare degli scatti ad un certo punto ci si ritrova sulle ginocchia, ecco forse è un secolo affaticato, ma dove un fatto di cronaca gravissimo può essere dimenticato dopo qualche meme nello spazio di 3 giorni. I cambiamenti avvengono ad una velocità mai riscontrata prima. E in questa centrifuga ci sono le nostre psicosi, i rifugi, le inadeguatezze, le relazioni difficili, guerre che ci stupiscono solo nel momento in cui scoppiano.
Domanda da dieci milioni di dollari: l’AI e la musica dei computer sostituiranno l’uomo e il suo rock?
I computer sono nella musica da una vita. È capitato di leggere in una intervista una frase molto vera, ovvero che se un musicista dovesse spaventarsi per un progresso tecnologico avrebbe esaurito quella curiosità interiore che lo ha spinto a diventare un musicista. La musica senza tecnologia rischia di essere poca cosa, al tempo stesso siamo di fronte ad un passaggio epocale di cui forse non riusciamo nemmeno ad immaginare i possibili sviluppi.
In ascensore non si parla mai di questo?
Il ritornello recita “abbiamo trasmesso i discorsi dell’ascensore senza che nessuno abbia speso parole”. Senza averlo premeditato l’AI potrebbe essere una delle interpretazioni del testo! Qualcuno potrebbe pensare ad un ascensore che nel futuro inizi ad interloquire con i suoi passeggeri, scovandone le debolezze oppure un ascensore in grado di adattare i suoi messaggi vocali in base al carattere di chi sta per salirci per metterlo a proprio agio.
A quando il video ufficiale?
Speriamo presto, e visto che parliamo di Ascensore abbiamo un.. piano 😊