Hic sunt leones è una formidabile esplosione di good vibes. Una partita giocata tra raggae e accenni di rock steady (Raggae’n’roll per dirla con la definizione della band), con i piedi ben piantati nei motivi e nei modi del roots raggae migliore e la testa che guarda a un futuro di totale integrazione tra le radici jamaicane del genere e i successivi innesti italici.
La prima impressione sull’album (impressione che non si smentisce affatto, anzi si rafforza con gli ascolti successivi) è che gli Hierbamala abbiano trovato la via della leggerezza senza superficialità (una delle più difficili da percorrere) e siano riusciti a condurci una parata musicale per la durata delle dodici tracce, mantenendo peraltro un perfetto equilibrio tra umori rilassati, soleggiati, e uno spirito più movimentato e festaiolo.
Il modo in cui la band utilizza la lingua italiana basterebbe da solo a giustificare ogni commento positivo al loro lavoro. Hanno trovato la metrica perfetta, ascoltandoli sembra quasi che il raggae sia originariamente peninsulare e la nostra lingua sia la compagna privilegiata delle sue ritmiche, sia nelle sue declinazioni più classiciste (Babylon, Amai amai) sia negli episodi più estrosi (la balneare Tu m’attrai o la geniale Aienai).
Le sovra citate mi sembrano ragioni più che sufficienti per annoverare gli Hierbamala tra i migliori rappresentanti del genere nell’attuale panorama nostrano, ma non solo, prevedo (anzi, sarò sincero, spero) che possano diventare un punto di riferimento per le generazioni future del raggae italiano. Certo c’è in Hic sunt leones qualcosa di davvero difficile da imitare: lo spirito profondamente positivo della band, una joie de vivre reale e contagiosa che non si ferma a stereotipi fricchettoni del tipo “la vita è una cosa meravigliosa a prescindere” ma mantiene una coscienza che non tutto nel mondo va al meglio e non tutte le esperienze sono fantastiche, e ciò nonostante si può decidere di vivere con intensità e partecipazione. Un modus vivendi un po’ più elevato della semplice spensieratezza, portato avanti con un’energia molto particolare, quella di un approccio rilassato e contemporaneamente dinamico, che si riflette perfettamente nel loro stile musicale che diventa veicolo di vitalità tra la band e gli ascoltatori. Tutto ciò per dire che se siete in cerca di musica che ve la faccia prendere davvero bene, questo è senza dubbio l’album che fa per voi.
Nicolò Turchetti