Il ritorno in scena dei The Panicles non è stato rumoroso. Peccato. E noi di ExitWell non ci facciamo di certo scappare l’occasione di proporre buona musica. Da un passato ricco di date e di viaggi oltre che di Major Discografiche, si torna alla semplicità traducendo questo come leitmotiv di un disco che raccoglie in se nuove canzoni come fossero anche nuovi punti di partenza per ritrovare se stessi prima e la propria musica poi. Si intitola “Simplicity: the Universe (extended)” il nuovo disco dei The Panicles che incontriamo qui su ExitWell con un’intervista esclusiva. In onda il bellissimo video di animazione che accompagna la title track del disco.
Parlando a chi come voi ha percorso e oltrepassato i confini, dove e in che modo oggi la musica emergente ha modo e dignità di vivere?
Prima di rispondere meglio se ci facciamo un altro giro fuori di qui. Ci risentiamo a settembre, magari, quando saremo tornati dalla Francia e Mik avrà completato il suo giro di ricognizione in California. Per ora si può solo dire che c’è tantissima scelta, ma l’effetto imbuto, è scontato. Molte band e artisti in genere molto validi sono purtroppo destinati per statistica a restare semisconosciuti. Speriamo non capiti pure a noi perchè ovviamente ci piace ancor di più suonare quando ai concerti ci sono almeno cinque persone.
Simplicity: the universe (extended) secondo voi, a distanza di tempo dalla pubblicazione, com’è stato accolto?
Apparte un paio, forse un paio di paia, di affezionati che hanno suggerito di tornare alla lingua madre italiana, tutti ci hanno detto che il disco nel complessivo è più riuscito, più maturo del precedente. A noi piace molto ascoltare il parere di tutti. Poi inevitabilmente seguiamo l’istinto. E così faremo anche la prossima volta. Ci siamo resi conto che qualcosa più di trenta web magazine hanno messo il pollice in sù sul disco, consigliando solo di fare attenzione a non “citare” troppo smaccatamente gli antichi U2. Ci sembra buono, per un primo LP totalmente autoprodotto.
Ho l’impressione che ci siano due estremi di produzione (parlando solo dello scenario indie italiano): un lo-fi distorto e dischi invece pettinati iper prodotti. Voi sembrate non appartenere a nessuna di questa classificazione. Quindi?
Forse hai ragione. E questo ci esalta. Obbiettivo raggiunto. Siamo ignavi (per ora)!
Parafrasando il titolo del vostro singolo: la semplicità paga? E ad ascoltarlo bene, questo disco non sembra poi tanto semplice…sbaglio?
La semplicità è adorabile ed essenziale quando è autentica e spontanea. Questo disco è semplice perchè nella sua stesura è stato lineare e definito solo da due valori: “questo non ci piace”, “questo ci piace”. Nel primo caso il pezzo finiva nel cestino, nel secondo in un modo o nell’altro finiva nel disco.
Questa è stata semplicità per noi: fare come ci pareva, senza troppi pensieri o mediazioni, senza preoccuparsi del dopo. E questa semplicità ha segnato qualcosa di nuovo per la band, una sorta di punto di partenza per lavorare in maniera ancora diversa, nel futuro: abbiamo ripreso a sperimentare dopo qualche anno di corsa eccessiva, obbligata nei compromessi. Se ci sarà un prossimo disco possiamo infatti già presumere che sarà completamente diverso da questo.
Domanda noiosa ma decisamente giornalistica: il futuro prossimo dei The Panicles? Altro video? Altro singolo?
Suonare dal vivo sino a luglio, prima di tutto. Idee ce ne è. Le stiamo provando a mettere giù in corsa.
Non sappiamo se ci sarà un nuovo disco prima della fine del 2015. Forse un Ep, intanto pubblicheremo molti video live, questo è sicuro!
Angelo Rattenni