Torniamo a parlare del nuovo disco di inediti di Silvia Conti dal titolo “Ho un piano B”. E lo facciamo attraverso la penna dell’amico e collega Antonio Belmonte che ci scrive la recensione che segue
«Un ritorno sanguigno e senza vergogna quello di Silvia Conti, la quale, fin dalla copertina spudoratamente (quanto giocosamente) ricalcata su quella ben più iconica del fu Horses di Patti Smith, ci anticipa un sovraccarico citazionista che diventa via via detonatore emotivo di omaggi dolorosi (“Il Filo D’Argento” è dedicata al compianto Enriquez della Bandabardò), toccanti ricordi genitoriali (“Inverno 1944” rievoca la reclusione del padre nel campo di prigionia di Mačkatica) e riflessioni accorate sulla condizione femminile nella società contemporanea (“Lucciola” e “Farfalla”). Come funzionale collante sonoro un rock stradaiolo, folkeggiante al bisogno e partigiano fino al midollo (come sta lì a ricordarci l’inossidabile “Bella Ciao” rivisitata in chiusura disco), ma dai tratti fin troppo familiari». Antonio Belmonte