– di Danièl Bidussa –
Un album in dialetto, e non uno di quei dialetti come il romanesco o il napoletano cui ci hanno abituato gag di comici, film italiani o film stranieri dove però compaiono personaggi italiani con la coppola o un pacchiano abito da sera per rispondere meglio agli stereotipi. Per considerazioni sulla vita che variano dal profondo al brillante scanzonato serve, così pare, un album in abruzzese. Da milanese non posso dire di aver capito tutto, ma sarà sempre necessario capire?
Nel film Amadeus di Miloš Forman, per convincere l’imperatore a permettere la messa in scena de Le nozze di Figaro, Mozart, interpretato da Tom Hulce, vanta la potenza dell’amore espresso nella propria musica attraverso una scena che prevede l’arrivo, uno alla volta, sempre di più voci. «Il duetto si trasforma in un trio, è una situazione esilarante, poi arriva il valletto del marito, che complotta con la cameriera, e il trio diventa un quartetto. Poi si aggiunge un giardiniere idiota e il quartetto si trasforma in quintetto; e così via, così via… un sestetto, un settetto, un ottetto […] Se due persone si parlano sopra è solo rumore, ma con la musica è armonia». Questo è l’effetto che mi ha fatto sentire Assamanù di Setak.
Da straniero, la musica invoglia a concentrarsi per capire al meglio il testo. Qualche parola è abbastanza simile all’italiano da poterla capire senza leggere la traduzione, e dare l’idea di quale possa essere il tema affrontato da ogni brano; l’impressione è che l’unica costante sia la focalizzazione sulla maturità e su come si convive con se stessi, con gli altri e con l’ambiente che ci circonda, intendendo per ambiente anche la cultura. La musica invece è varia, sempre nuova e mai noiosa: con chiare influenze folk e rock, ma anche molto cantautorato. Una linea vocale semplice ma decisa che alleggerisce e unisce una base strumentale studiata, complessa e potente.
Se mai dovessi incontrarmi con l’autore per un’intervista mi verrebbe quasi da chiedergli, a rischio di non capire molto, di poterla svolgere in dialetto, io nel mio e lui nel suo; come nel suo album con solo due botta-risposta in italiano, e vedere cosa ne esce fuori.