Titolo fuorviante che poi, a lasciarlo decantare, svela con potenza di sintesi sul quanto e sul come siamo messi male in società. Fondamentalmente, penso io, ognuno di noi sfoggia la presunzione di saper bene come provvedere a se stesso tanto che poi alla fine ha sempre ragione… e come potrebbe essere il contrario? Basta aver un “Titolista” a portata di mano e luci buone per la scena. Luca Maciacchini fa teatro canzone in questo nuovo disco dal titolo “La farmacia potrebbe anche non esserci” uscito per la label toscana RadiciMusic Records e sfoglia la bellezza dell’ironia “politicamente scorretta” decisamente a la Gaber – inevitabilmente “suo” questo monologo sonoro che chiude l’ascolto portandosi a spalla un titolo “…Ma la farmacia c’è”, un epilogo tutto sommato decisamente speranzoso. In rete il video ufficiale del singolo “Carta cambia”: il teatro, la parola contemporanea, quel senso di scanzonata presa per i fondelli che denota intelligenza e acume critico. Ma che non si tralascino i suoni: questo è un disco di un cantautore, di un musicista. Prima di tutto ci sono canzoni. E probabilmente, visto anche il suo curriculum imponente, torneremo sull’argomento Maciacchini con una intervista quanto prima…
«Ritengo che il cantautorato possa avere ancora buona considerazione se “trasformato” rispetto alla concezione che se ne aveva un tempo. Un cantautore deve essere anche altro. Un buon attore, un buon divulgatore, un buon conduttore di eventi…». Luca Maciacchini