Iosonouncane torna con un nuovo singolo, Viudas, uscito il 23 aprile e facente parte della colonna sonora della nuova serie Netflix Briganti.
– di Roberto Callipari -–
La serie, scritta dal collettivo grams*, prodotta da Fabula Pictures e Los Hermanos s.r.l., è ambientata nell’Italia meridionale di metà Ottocento, e vede la presenza, nel terzo episodio, del brano dell’artista sardo, che torna dopo Jalitah, album in duo con Paolo Angeli.
Dice lo stesso Iosonouncane riguardo al brano:
Quando mi venne chiesto di scrivere un brano per una serie TV in lavorazione intitolata Briganti decisi di metter mano a un’idea nata al pianoforte durante la registrazione delle voci di IRA, nel settembre 2019.
In tal senso, Viudas è un brano inserito perfettamente nell’onda di IRA, album uscito nel 2021 che ha avuto grande riscontro di pubblico e critica, portando l’artista originario di Buggerru in giro per tutta l’Europa.
Proprio su quell’onda, Viudas recupera quelle atmosfere e quelle sensazioni, quelle di un album complesso, stratificato, in cui la musica si fa emozione e sentimento, in cui la connessione si fa spirito uscendo fuori da alcuni stilemi cercandone di nuovi e diversi, arrivando a una proposta diversa, inusuale.
Ci troviamo allora davanti ad un nuovo brano che è una preghiera laica e un mantra, una richiesta ma anche un urlo dolce, se lo si vuole sentire, che sia racconto senza parola, film senza immagine da vedere ogni volta in maniera diversa, da scrivere di volta in volta nella propria mente cercando nuove prospettive, nuovi orizzonti possibili e inesplorati, o magari noti, ma mai considerati da altri punti di vista.
Viudas è un piacere, in maniera del tutto soggettiva, spontanea e quindi onesta. È un piacere per chi ascolta, perché trova una stratificazione nella quale camminare, nella quale tentare di volgere lo sguardo in tutte le dimensioni possibili raccontare da Iosonouncane in una singola traccia; ma è un piacere anche per chi la compone, la suona, la canta e la vive. La spontaneità del giudizio è spontaneità artistica, perché Jacopo Incani ci sta abituando a questo, a brani, dischi e concerti che non vivono della moda del momento, ma sfociano dalla e nella passione di chi ha solo voglia di fare la sua musica, raccontare la propria visione del mondo.
È interessante pensare come, (quasi) abbandonando l’intelligibilità del linguaggio, Iosonouncane ne abbia creata una nuova, tutta sua, prosodica ed intenzionale, quasi situazionistica, nella quale sembra più facile e più difficile trovarsi, costringendo all’ascolto, alla ricerca del senso quanto di se stessi, quasi a chiederci di centrarci, in quanto persone, prima ancora che come ascoltatori. E certo i riferimenti sonori non mancano, perché molto dei suoni e delle logiche dietro alla scrittura di ciò che arriva in questa nuova fase dell’artista sardo sembra arrivare da certa elettronica sperimentale, ambient o dark ambient riconducibile ad artisti come i Coil, ad esempio, ma questo deve essere visto e pensato come una nuova via, un nuovo punto di partenza di una scena, la nuova elettronica italiana, che sta conquistando sempre maggiore credibilità, in patria quanto all’estero, dimostrando una profondità artistica forse non esattamente in primo piano, ma sicuramente viva, effervescente, dilaniante quando la si sposa, la si cerca e la si vive.
Il fil rouge del lavoro di Iosonouncane, anche in un lavoro come questo in cui bisogna mettersi al servizio di un’altra narrazione, si richiude nella serie stessa. In Briganti, infatti, oltre a Viudas, troveremo anche ojos, estratta proprio da IRA, uscito per Dischi Numero Uno e La Famosa Etichetta Trovarobato.