-di Naomi Roccamo-
High School Musical, Il mondo di Patty, e tutte le Disney Channel stars che hanno accompagnato i nostri anni Duemila (anche quelle che credevamo di aver dimenticato) che si alternano fra loro in un’ unica serata: il Teenage Dream lo ha realizzato proprio chi ha portato sul palco in giro per l’Italia il nostro karaoke da cameretta.
Sabato scorso sono stata al Teenage Dream Party con tappa Rock in Roma a 26 anni suonati e, ovviamente, non me ne sono pentita.
L’atmosfera è elettrizzante già ai primi pseudo Troy e Chad incontrati, ma si tratta, appunto, dei primi prima di imbattermi in Las Populares, Wildcats e Sharpay Evans di turno. Notate bene: ogni volta che a questi eventi vi sentite esagerate o senza ormai alcun tipo di dignità ci sarà qualcuno lì a ricordarvi che può sempre andarvi peggio con l’hype.
Superato il banner wall per le foto con le belle facce di Hannah Montana & Co a cui non faticosamente rinuncio, mi guardo intorno e capisco che tutte, in qualche modo, siamo rimaste lì, in quegli anni perfetti. Dopo anni di continui riferimenti durante cene, compleanni e parties di ogni genere ai film che hanno chiaramente deciso chi saremmo in parte diventate “da grandi”, arriva l’evento che ufficializza la nostra appartenenza a quell’era, quella della Disney Chanel generation, o come qualcuno puntualmente ricorda, la generazione viziata che ai tempi a casa poteva guardare Sky.
Ad aprire le danze una cover band che già dal nome, 2000’s Rock Party, preannuncia un viaggio nostalgico: da “Diventerai una star” dei Finley a “Hot N Cold” di Katy Perry, fino alle “Sere Nere” di Tizianone Nazionale live in contemporanea all’Olimpico o la Crazy Frog e Virgola, il gattino che ha tormentato i nostri pomeriggi su Italia 1. Si capisce presto che l’evento non si limita a noi predilette ex abbonate al digitale terreste, ma è intriso di tanta (forse troppa) cultura pop del primo decennio 2000 (anche di quella che avremmo dimenticato volentieri).
Lo sa bene l’ideatrice dell’evento Valentina Savi (che forse conoscerete già come l’illustratrice “Tutte le mele di Annie”), classe ’97, che condivide col resto della sua generazione un amore di sicuro non casuale per il pop e un immaginario di musica, film e citazioni collettivo. Fra una sigla di un cartone e l’altra si trasforma in Elsa la regina del regno di ghiaccio e altre protagoniste Disney. E si emoziona proprio come noi al primo incontro con Brenda Asnicar, Antonella de “Il mondo di Patty” o quando sul palco salgono le prime guest stars della serata, i Sonohra.
Si fatica a credere, quando parte “Love Show” che di anni ne siano passati più di 15 e che quindi l’età dei due fratelli sia a occhio e croce tendente alla quarantina. Avete capito bene: 15 anni fa e 40 anni adesso. Luca e Diego Fainello sono il duo veronese che ha anticipato tutto, le prime emotional crush, le canzoni scritte sul diario. Ed erano lì prima che ogni millennial capisse di voler provare a sfondare nel mondo della musica, prima dell’indie, prima di tutto. Ma soprattutto sono dei bravissimi musicisti, cosa poco scontata in un periodo in cui nella musica “sono tutti cantanti”.
Giusto per rimanere ancora più attaccati al tempo che fu, oltre a “L’amore”, che per assecondare lo stupore del pubblico lì presente ribadisco aver vinto Sanremo Giovani nel DUEMILAOTTO, il repertorio dello show comprende anche hit intramontabili come “Baby One More Time” della cara Britney e “A chi mi dice” dei Blue.
Il pubblico protagonista di questo sogno adolescenziale non sembra capire sempre bene i tempi di reazione; si scalda sulle prime note di “Farò di te un uomo” o su quelle di “In fondo al mar”, salta quando c’è da saltare per “Popopopopo”, probabilmente ignorando l’etimologia “Seven Nation Army” – White Stripes, ma, rimanendo fedele, al concept della serata non va oltre quei riferimenti, impigrendosi un po’ alla proposta di canzoni nuove; quando Jacopo Sarno, il nostro Troy Bolton italiano, Jaky di “Quelli dell’intervallo” intona “Se provi a volare” siamo tutte d’accordo, per venire poi un po’ spiazzate da “2000”, il nuovo singolo.
Poi finalmente tocca a lei, la reina. Che tu facessi idealmente parte de Las Populares o Las Divinas poco importa adesso: quando parte il videoclip di “Tango Lloron” iniziamo a saltare e urlare, subito interrotte da una pronuncia spagnola che ci invita a fermarci e continuare solo dopo averla aspettata. Brenda Asnicar con il suo completino da bandiera dell’Italia in paillettes (testimone del suo amore per il nostro paese dopo “Gasolina” con Anna e il trasferimento a Milano) irrompe sul palco, alternando Brenda e Antonella. Non manca il coro “Sei bellissimaaaaaaaa”, a cui risponde parlando in italiano dei riferimenti alla famiglia nei suoi nuovi brani. Troppo velocemente, quasi illudendoci che sarebbe tornata, ci saluta e si dilegua.
Rimaniamo lì ad aspettarla ma ecco che ricominciamo a nuotare di nuovo nella nostra infanzia infinita, fra il testo di “Don’t stop believin'” di Glee, e le facce di un cast che nemmeno c’è più. Le lettere giganti che appaiono e scompaiono sul led mi fanno soffermare sui testi, ora è il momento giusto per farlo. In fondo dobbiamo accettare che Teenage Dream mette in atto un’operazione nostalgia, ma è anche lì per ricordarci che siamo tutte cresciute.