In vinile. Finalmente direi. Un Ep come “Inner Jungle” non poteva suonare da altri supporti. E ancora: sono sei composizioni in bilico tra la tecnologia più spietata e intere matrici di contemplazione umana e spirituale. Sono i Wicked Expectation, formazione di Torino che cerca oggi di descrivere quella rivoluzione personale che si prova nel navigarsi dentro e non attraverso come ci è comodo fare. Siamo giungle. E siamo silenzi. Siamo anche il futuro… e questo Ep è una maestosa celebrazione di tutto questo.
Finalmente in vinile. Partiamo da qui: un passaggio che porta con sé quale significato?
Tutta la musica dei nostri sogni è passata e passa da lì: abbiamo scartato, toccato, ammirato centinaia di vinili e poter proporre la nostra musica su questo supporto vuol dire tanto per noi. Poi le bellissime grafiche di questo EP si sposano perfettamente con la dimensione del vinile, sarebbero state sacrificate su un CD o solo nella versione digitale.
Nel video di “Ghostly Noise” rappresentate la solitudine dentro la giungla cittadina… è così?
Vero. Siamo partiti dall’idea che l’essere circondati da persone non voglia dire per forza essere in compagnia. Anzi. Il caos può portare solitudine e non è facile accettarlo. Abbiamo provato a rappresentare tutto ciò nel video, pensato e girato da noi.
Il testo non parla esattamente di questo ma a noi piace la libera interpretazione, quindi se qualcuno ascoltasse il pezzo senza vedere il video non per forza arriverebbe alle stesse conclusioni.
Tutto il disco mette in relazione la frenesia dei tempi moderni con il delirio che abbiamo di dentro. Io, d’istinto, vedrei ovunque del caos… Eppure questo disco mi porta una quiete impagabile. Come la leggete voi?
La bellezza delle antitesi. Anche noi vediamo del caos, ma proprio per questo abbiamo cercato di anestetizzarlo con la quiete, un po’ come i pompieri che usano l’acqua per spegnere gli incendi! Ultimamente siamo molto influenzati dall’ambient e dall’elettronica emozionale e d’ascolto, ci piace moltissimo inserire chitarre e synth “tranquilli” dove basso e batteria creano un groove incalzante. La bellezza delle antitesi!
Quella stessa quiete che dentro la chiusa “Emotional Control” quasi si rompe dentro l’ostinato iniziale. Diventa una gabbia. Diventa un pensiero ossessivo. Metallico. È una fotografia del futuro?
Speriamo di no! Il concetto di gabbia è ripreso anche dal labirinto di “The Maze”, sono entrambi pezzi dal groove e dalle melodie ripetute e climax crescenti. Le abbiamo create soprattutto per il live set ma siamo contenti che siano state apprezzate anche nella versione “studio”.
La voce dentro questo disco ha un ruolo assai marginale… diventa uno strumento. Mi piace moltissimo e vi chiedo: l’influenza sfacciata del post rock americano?
E a noi piace tantissimo che tu l’abbia notato! Per noi è esattamente così, è parte della melodia come può esserlo una chitarra o una tastiera. Spesso è ripetitiva, proprio come uno strumento. Per quanto riguarda le influenze, non solo post-rock, dal quale spesso anche le chitarre sono ispirate, ma anche alcuni tratti dell’elettronica nordeuropea che utilizza loop vocali e lead vocals in maniera quasi paritaria, ma soprattutto all’interno del mix e mai preponderanti rispetto agli strumenti, tipico del pop mainstream.