A circa due anni di distanza dall’uscita dal suo album d’esordio, Vipra appare ancora meno “Simpatico, solare, in cerca d’amicizie” con la nuova carrellata di “Musica dal Morto”, uscita lo scorso 14 aprile per Asian Fake e Sony Music.
– di Lucia Tamburello –
Con il nuovo disco “Musica dal Morto”, i suoni di Vipra si inaspriscono sempre di più discostandosi dall’accessibilità delle atmosfere morbide, tipiche del nuovo pop figlio dell’indie, che attraversano il suo lavoro precedente.
L’artista leccese si abbandona completamente agli elementi tipici della new wave post punk rendendo impossibile evitare il paragone con band del calibro dei Viagra Boys (con cui condividerà il palco del Beky Bay il 20 agosto), degli Idles o degli Sleaford Mods. Questa caratteristica lo rende sicuramente originale in Italia, Paese in cui questo genere non ha mai particolarmente attecchito (probabilmente a causa della forte influenza del rock alternativo anni ’90 e del cantautorato). Se si allarga il campo e si osserva il fenomeno da un’ottica internazionale, però, il suo sound risulta meno singolare. Questo album fa ponte tra lo stile naïf che ha caratterizzato il collettivo Sxrrxwland, di cui l’artista ha fatto parte per molto tempo, e quello delle band citate precedentemente.
In particolar modo nella terza traccia, “Mr. Popstar – TENCO”, in cui un elenco frenetico di “perché”, di interrogativi sui cliché del sistema sociale occidentale contemporaneo, rimanda alla famosa “Well Done” degli Idles. Non da meno è la sezione ritmica del pezzo che lo segue, “Vestito di Cristo-VICIOUS”, che ricorda “Worms” dei Viagra Boys. Anche la tentazione di un confronto tra il pezzo che chiude il disco, “Orsetto Abbracciatutti – YAUCH”, ed alcuni brani di “Welfare Jazz” è molto forte. Pezzi come “Guardami – MANGO” e “Pugni e Calci – DIMEBAG” non hanno dei riferimenti così espliciti, ma rimangono comunque sulla stessa linea.
Non mancano le eccezioni soprattutto nella seconda metà del disco: nell’insieme è un disco molto eclettico. “I’m just a picture on the internet but it’s okay”, ad esempio, è una distesissima jam session chill che smorza i toni delle altre nove canzoni. Compensa “Quiet Kid – Flint” un pezzo hardcore che dà voce agli aspetti più oscuri dell’adolescenza. “Uomini e topi – IMAGE” e “Dai DRK – SANDMAN” sono i pezzi più orecchiabili, tendono entrambi al pop strizzando l’occhio alla trap e richiamando a tratti la scrittura di Tutti Fenomeni.
Se dal punto di vista sonoro ci sono questi rimandi che possono risultare più o meno graditi al pubblico, dal punto di vista tematico “Musica dal Morto” è un lavoro molto originale ed estremamente attuale. Nel 2023 trovare un artista che abbia un manifesto ben preciso nello star system italiano è difficile, ma trovare qualcuno che lo esponga in maniera autentica è diventato quasi impossibile.
Vipra mette in risalto le peggiori contraddizioni del nostro tempo, in particolare quelle riguardanti il mondo discografico, con un’aspra invettiva avanguardista. Espone le proprie idee con un perfetto equilibrio narrativo, senza cedere né al vittimismo né alla vanagloria dilagante nel mondo del rap. Il fatto di aver dedicato ogni traccia ad un artista scomparso “in omaggio alla storia di protesta, sangue e successo che hanno caratterizzato le loro vite” ha agevolato e valorizzato la sua retorica rendendola particolarmente suggestiva.
Per quanto siano dieci testi molto diretti e ripetitivi, la semplicità con cui vengono esposti i concetti tutt’altro che banali che li attraversano appare un valore aggiunto. Vipra parla al mondo con la lingua della sua generazione, senza stravolgere la propria dialettica per tentare di avvalorare le proprie tesi. Non si rifugia in uno stile ampolloso per dare un peso maggiore alle sue idee e questo tratto dimostra la sicurezza che contraddistingue il suo progetto.
“Musica dal Morto” è una delle migliori uscite discografiche degli ultimi tempi. La vicinanza stilistica alle band anglosassone è una lama a doppio taglio che, se affinata, potrebbe diventare un’arma potente.