Il jazz prende derive pop e sfumature “losangeline”. Che poi in realtà è un ripercorrere sentieri ampiamente conosciuti e battuti facendoli anche un po’ personali, propri… e su questa esperienza costruire anche scritture inedite che possano in qualche modo restare coerenti al tutto. Miles Davis è il punto nodale non solo come musicista ma anche come pittore e gli 8 giovanissimi pilastri dei Carovana Tabù sanno bene come celebrarne il suono e la scrittura ripescando dalla sua ampia discografia. Anche inediti dicevamo, 3 brani a chiusa dell’ascolto di questo “Miles To Go” che prendono vita seguendo le tracce di alcune delle sue opere pittoriche. Il tutto coccolando e facendosi coccolare dalla tromba di una special guest come Fabrizio Bosso. E che bello questo nuovo video realizzato da Francesca Chiappini con la produzione di Fabio Cazzaro…
Il jazz prende derive altre. Anche l’elettronica ma anche il pop… o sbaglio?
Il jazz, come la musica elettronica e tutti gli altri “stili”, come vengono definiti i generi musicali, sono sempre stati singole vie di comunicazione espressiva con chi ascolta, scelte da chi compone un brano per interfacciarsi nel modo più trasparente con il pubblico.
Nel nostro caso abbiamo cercato una fusione coerente e rispettosa di questi generi, in particolare dello stile jazz, pop ed elettronica, nel tentativo di mettere in evidenza una nostra personale forma di comunicazione espressiva, che fosse avulsa dalla semplice, quanto spesso limitante, categorizzazione stilistica.
Secondo voi dunque, jazz che cosa indica? Cos’è davvero “jazz”?
Per i Carovana Tabù il jazz indica la forma primaria di ricerca ed ispirazione nel comunicare un’idea musicale, filtrata poi dalle idee stilistiche di ognuno dei componenti, che vanno ad aggregarsi per cercare un’espressione più personale.
Che bella copertina… è Miles Davis sulla sua storica macchina?
Esattamente! Per la copertina di “Miles To Go” ci è piaciuto immaginare Miles, alla guida della sua famosa Lamborghini Miura, in un viaggio dove la destinazione fosse la strada stessa, ancora da percorrere, in totale esplorazione.
E nel suono dei Carovana Tabù, quanto avete fedelmente seguito Miles Davis e quanto lo avete edulcorato?
Per quanto riguarda la componente stilistica di questo disco, abbiamo scelto di riprodurre fedelmente le idee e le frasi melodiche di Davis (spesso e volentieri anche i soli originali, sui brani presi in considerazione nel disco) coniugandoli ad una veste sonora diversa dal solito e non facilmente immaginabile dall’ascoltatore, come nel caso del brano che apre il disco, “So What”.
E nella suite di inediti, secondo voi di Davis cosa c’è?
Per quanto riguarda gli inediti ci siamo lasciati ispirare da tre diversi quadri dipinti da Miles stesso, con il proposito di dare una nostra risposta a ciò che è stato l’operato di questa grande figura musicale del secolo scorso; un omaggio più intimo ed allo stesso tempo l’occasione per presentare al pubblico un lavoro che rappresentasse la nostra personalità, sentivamo insomma la necessità di presentare una produzione inedita.