– di Roberta Staffieri –
Il nuovo singolo di Fulminacci uscito lo scorso 11 gennaio si chiama così, “Tutto inutile”, a mani basse, di botto, nessuna pretesa, ed è effettivamente una roba bella. Ed è una roba sua, proprio sua: è lo scazzo del lunedì mattina, la leggerezza che serve per chiudere le giornate con dignità, quel minimo che serve per svegliarsi il giorno dopo e mettersi le scarpe, quelle proprie e di nessun altro. Quelle che non avevi avuto voglia di slegare ma prima o poi sapevi che avresti dovuto farlo.
Perché questo singolo è proprio di Fulminacci e non potrebbe essere di nessun altro: la sua scrittura è ormai inconfondibile, e ci permettiamo di dire che, come gli altri suoi lavori, detta un po’ le regole del cantautorato contemporaneo, in una chiave personalissima, ironica e innovativa, riconducibilissima nelle sue linee melodiche e nelle armonie; per non parlare poi del personaggio e del mondo che ha tirato fuori da sé, Filippo Uttinacci, l’outsider underdog che sfida le giornate e ne esce indenne con la stessa faccia, la stessa espressione, un fumetto calmo e inquieto allo stesso tempo che sfonda tutto e se lo porta a casa, sempre, con una consapevolezza musicale autorale e strumentale straordinaria.
Il titolo del nuovo singolo è lampante rispetto a questa filosofia di vita dell’uomo beta: il “farsela prendere a bene” è invece la realtà vincente, anche se si corre contro i mulini a vento, tutti i giorni; è tutto inutile, sì, ma chissene frega, siamo fighi lo stesso e probabilmente lo siamo proprio per questo. Alla fine si svolta così, senza troppe cerimonie e formalismi. Una sfida? Un inganno? Non ce la sentiamo di dire che qui ci sia un doppio fondo, ma anzi: accettare le cose come sono sì, ma anche sbeffeggiarle finché ne abbiamo la forza.
A noi – si era capito – “Tutto inutile” piace tanto, perché riesce a unire il vintage del cantautorato proprio di Fulminacci con la produzione moderna e rilancia l’artista nel panorama attuale con una baldanzosità sconcertante; ci piace perchè è fresca ma rimane sul punto, è avanti ma perchè sta sempre un passo indietro, guarda le cose dalla prospettiva della realtà, che, nel dubbio, ha sempre ragione. Forse pecca dei colpi di scena e del groove di “Canguro”, ma forse è semplicemente un bellissimo esempio di un pop nuovo e di un’idea di un artista semplicemente geniale e brillante.
Fulminacci è un cantautore italiano del 1997 che ha saputo unire le sfumature più interessanti del cantautorato con le produzioni contemporanee e dei testi geniali e dirompenti che strizzano l’occhio alla quotidianità da una prospettiva tutta nuova. Si presenta al grande pubblico nel 2019 con “Borghese in borghese”, “La Vita Veramente” e “Una Sera”. Lo stesso anno esce “La Vita Veramente”, l’acclamato disco d’esordio, vincitore della Targa Tenco 2019 per la categoria Opera Prima. Da maggio a settembre ha portato in giro per tutta l’Italia, dai club ai palchi dei festival, i brani più acclamati dal suo pubblico e l’ultimo progetto discografico “Tante care cose e altri successi”.