“Spuma” è il nuovo album firmato dai siciliani Basiliscus P uscitoper Tuma Records e in distribuzione The Orchard. Già anticipato dai singoli “Magenta” e “Urban Safari”, questo disco prende vita da lunghe sessioni di improvvisazione in sala che poi sono state sviscerate e riarrangiate sotto la guida di Marco Fasolo, leader dei Jennifer Gentle e produttore tra gli altri di I Hate My Village e Bud Spencer Blues Explosion. “Spuma” è stato concepito durante il lockdown e rifinito in uno studio ricavato all’interno di un ex Forte militare di fine ‘800, e successivamente registrato al The Cave, prestigioso studio di Catania in cui tra gli altri hanno registrato anche gli Afterhours. Più che dalla spuma, o schiuma del mare, il nome deriva dalla bibita, vera e propria passione dei tre, che è molto graffiante come gusto ma allo stesso tempo dolce, ed è un po’ quel che può ricordare il suono dei Basiliscus P.
Incontrando Luca, abbiamo avuto il piacere di esaudire tutte le nostre curiosità, ed ecco com’è andata!
Abbiamo bisogno di partire dalle basi, quindi vogliamo chiedervi perchè avete scelto il nome Basiliscus P e quanto ha a che fare con Harry Potter?
Grazie mille per la domanda, così possiamo precisare che con Harry Potter ha a che fare meno di zero! Il nome infatti deriva da un “trip” di Marco che si era fissato con questa lucertola Gesù Cristo, così chiamata perché ha l’abitudine di camminare sull’acqua. Tra l’altro il nome di una delle band che amiamo, Jesus Lizard, è derivante proprio da questa lucertola!
Quanto è stata importante l’improvvisazione e questo approccio Verdeniano alla composizione del disco? Qual è il vostro modus operandi?
I Verdena sono tra i nostri gruppi italiani preferiti, specialmente nel periodo più psichedelico e “motorpsychiano”, quindi l’approccio verdeniano è molto importante, così come l’aspetto improvvisativo dato che alla fine lo sviluppo dei pezzi segue sempre un canovaccio improvvisativo, partendo da idee comuni. È uno dei motivi per cui ci piace registrare in presa diretta in studio, così non siamo vincolati a strutture, partiture troppo stringenti e soprattutto possiamo seguire le dinamiche tutti assieme.
Tra i progetti in cui era già stato coinvolto Marco Fasolo, quale vi ha colpito di più?
Sicuramente i Jennifer Gentle, ma un altro progetto che ci ha fatto impazzire è quello degli I Hate my Village, e li abbiamo anche visti dal vivo prima di conoscere Marco: spettacolari!
Il fatto che questo disco sia registrato in presa diretta, forse rispecchia anche la dimensione live del progetto? Come avete organizzato il live? Sentitevi liberi di inondarci di info da nerd.
Diciamo che cerchiamo sempre di registrare qualcosa che poi possiamo riprodurre live. La nostra dimensione preferita è quella, anche se in studio e con i suggerimenti e l’aiuto di Marco abbiamo giocato con tantissimi strumenti e cosine sovraincise, come controller midi, droni realizzati in modo impensabile con chitarre acustiche ed elettriche, sax, maracas, cembali e quant’altro! Dal vivo siamo in 4, come su tre pezzi del disco, con Bruno che sul disco ha suonato il sax ma dal vivo utilizza 3 tipi di sax (tenore, contralto e baritono), una chitarra elettrica, una lap steel e anche un theremin! Insomma materiale nerdoso a manetta!
Siete sempre d’accordo su tutto?
Siamo quasi sempre d’accordo su tutto, anche se ovviamente negli anni qualche incomprensione viene fuori, ma l’affetto, la stima e l’intesa che abbiamo fanno sì che vengano sempre superate. C’è da dire che comunque il più delle volte il pensiero che ha uno è lo stesso degli altri. E poi abbiamo personalità diverse e ci compensiamo, ad esempio menomale che c’è Federica che spesso riesce a fare sintesi alle stupidaggini montate da noi!