Esce oggi 9 dicembre 2022 per Another Music Recordings “Locked in a circle“, il nuovo singolo del songwriter Milo Scaglioni: un nuovo capitolo che ci accompagnerà alla pubblicazione del suo secondo album in uscita questa primavera, a sei anni di distanza dal precedente disco di debutto “Simple Present“.
“Locked in a circle” è un brano che, pur mantenendo l’inevitabile matrice britannica che già conoscevamo, in parte abbandona l’oscurità e la nostalgia psichedelica in cui ci aveva fatto condotto Milo Scaglioni, concedendoci qui un nuovo loop musicale che esplora sentimenti quali lo smarrimento di fronte all’amore, e la paura di perderlo, e descrive la gabbia quotidiana in cui ci rinchiudiamo, lasciandoci con un messaggio tuttavia positivo:
«Out of the circle made your escape make it better every day»
Questo brano è la prefazione del nuovo (secondo) romanzo di formazione musicale firmato dal menestrello che ama la psichedelia (come lo ha definito XL Repubblica nel 2017): “Port Nuveau“, questo il titolo del nuovo album in uscita all’inizio della primavera del 2023 per l’etichetta parigina Another Music Recordings.
Ne abbiamo parlato con lui: abbiamo capito che non è un nerd, che ha un amico misterioso e che gli ultimi anni sono stati una bellissima folgorazione.
Colpisce già da subito la distanza temporale dal tuo precedente disco “Simple Present” del 2016. Come riassumeresti quanto ti è successo in questi sei anni?
Li definirei sei anni di passione: pensa a Gesù nel deserto, a Giovanna d’Arco, a Eloisa e Abelardo, al diavolo in corpo di Raymond Radiguet e ovviamente al covid e Speranza.
Cosa c’è di autobiografico in “Locked in a Circle”, il tuo nuovo singolo? E, non hai mai paura di esporti troppo?
Non ho paura di espormi troppo, non ho nulla da nascondere e non sto facendo del male a nessuno, non ho nemmeno intenzione di offendere qualcuno. La cosa più autobiografica probabilmente è che parla di sentimenti che conosco bene come lo smarrimento di fronte all’amore e la paura di perderlo. Ma parla anche di quello che raccontiamo ogni giorno a noi stessi, delle nostre convinzioni, di quanto siamo condizionati dalla mente quando affrontiamo la vita, del fatto che le nostre idee possano finire per diventare una gabbia all’esterno della quale non ci consentiamo di andare. La porta è aperta, un po’ di coraggio spesso basta a cambiare vita senza dover cambiare tutte le nostre abitudini. Forse non tutti la pensano così, ma per me è molto importante e il messaggio della canzone è positivo: “out of the circle/ made your escape/make it better every day”.
L’inglese può mai essere una sorta di “filtro” in tal senso?
Se intendi un filtro per non farmi capire direi di no, al massimo in quel senso è un ostacolo. Vorrei sempre essere bravo abbastanza da farmi capire perfettamente, l’inglese in Italia non aiuta forse, ma l’Italia per fortuna non è il mondo e comunque, per chi vuole, i miei testi non sono così difficili da capire.
Come hai capito che Angelo di Mino era il produttore giusto per questo nuovo secondo disco? In che modo ha saputo influenzarti?
Angelo mi è apparso da subito molto colto, educato, pacato e curioso. Sono tutte qualità che apprezzo molto in una persona. Quindi, scavallato un primo ostacolo, tutto è accaduto in maniera graduale e armonica. La simpatia ha fatto modo che trovassimo il tempo per conoscerci sempre meglio anche a livello musicale. Ha una grande scuola alle spalle, è violoncellista, quindi viene dalla classica, ma è anche un fan dei Pil, piuttosto che di Nick Cave, giusto per fare qualche nome. Ha dato un contributo fondamentale agli arrangiamenti dei brandi del disco e ha creduto in me n un momento in cui ne avevo estremo bisogno. Ha dalla sua anche il fatto di avere aperto uno studio veramente accogliente e pieno di strumentazione di grande qualità. Insomma, è stato un incontro prezioso di cui sono grato.
Ti vedremo dal vivo al Bellezza di Milano. Che tipo di set hai pensato per portare dal vivo i pezzi nuovi? Sentiti libero di essere anche il più nerd possibile.
Ti ringrazio, e mi sento molto libero, il problema è che forse non sono nerd abbastanza. Credo ci sarà un mio amico misterioso a darmi una mano con alcune canzoni, ma suonerò principalmente da solo, alternando momenti più intimi a momenti elettrici e noise. Ma la verità è che sto ancora capendo esattamente come fare questi live in attesa dell’uscita del disco. Quindi ogni concerto tende a essere un po’ diverso dagli altri. Sarà sicuramente molto meglio dell’ultimo che ho fatto e vi invito a venire al Bellezza il 13 Dicembre per farvene un’idea. Sarà una bella festa!