– di Martina Antinoro –
Pasquale Provenzano, cantautore e polistrumentista siciliano, ha pubblicato il 16 settembre il suo ultimo singolo “Milioni di parole”, brano che anticipa l’uscita dell’album “Piccole, minuscole cose”. Questa nuova uscita, che si aggiunge alla pubblicazione dei due inediti “Multinazionale” e “Non tremo più”, è caratterizzata da un sound che trasporta l’ascoltatore in una realtà quieta e calma, che accompagna alla perfezione un testo d’amore malinconico.
“Milioni di parole” è un brano molto semplice, lineare e dall’ottimo sound: Provenzano è riuscito nella realizzazione di un singolo dolce, ottimo compagno nelle giornate piovose d’autunno. Le stesse caratteristiche date alla base posso essere usate per spiegare il testo: il cantautore racconta, con “sei milioni di parole”, della paura che tutti gli innamorati provano nel momento in cui si trovano di fronte al rischio di perdere la persona amata. Difatti, nel testo si può notare una continua tensione tra l’avvicinamento e l’allontanamento della musa di Provenzano, un movimento che viene accompagnato dal sound e che viene rappresentato anche nel lyric video targato Mind: quando le tessere dello Scarabeo non sono impegnate a rappresentare le parole, continuano a rincorrersi sullo schermo. Il cantautore non parla di amore solo in termini spaziali, ma anche temporali: se lo spazio fisico sta dividendo gli amanti che non riescono più a vivere solo del bisogno dell’altro, anche il tempo non li sta aiutando a portare avanti il loro amore; tanto che Provenzano scrive: “Hai già perso tempo ed entro fuori tempo e sbaglio. Fuori il tempo è bello mentre rido sto impazzendo”.
Di fronte a questa semplicità sia musicale che testuale, nasce spontanea una domanda di riflessione sulla musica odierna: costruire un brano semplice è veramente la chiave per la realizzazione di un ottimo singolo? O, a volte, soprattutto nel cantautorato, c’è bisogno di un qualcosa in più? Per far emergere un brano, o un artista, ci vuole sicuramente un elemento di originalità, uno slancio di creatività, che possa contraddistinguere l’autore dai contenuti musicali già presenti oggi. Ascoltando il brano di Provenzano, difatti, nasce spontaneo associarlo ad artisti come Frah Quintale, Gazzelle e Brunori Sas, ed è inevitabile notare che quell’elemento innovativo non è presente in “Milioni di parole”.
“Milioni di parole” è una ballata dolcemente nostalgica a cui, però, l’autore non è riuscito a dare quel pizzico di originalità in grado di far spiccare il singolo. Ciò non toglie nulla al testo che, con molta dolcezza, ha trattato un tema delicato come quello dell’amore a distanza. Eppure, nel caso questo amore lontano dovesse finire, bisogna sempre ricordarsi le parole di un autore che ha ispirato Provenzano, Lucio Dalla: “Una famiglia vera e propria non ce l’ho, ma la mia casa è Piazza Grande”.