– di Martina Rossato
e Giacomo Daneluzzo –
Chiunque viva o abbia vissuto la vita della provincia è perfettamente consapevole di quanto siano rari e preziosi i grandi eventi, almeno vicino a casa propria. Sì, perché l’idea stessa di “grande evento” è qualcosa che ti abitui a pensare come slegato dal concetto della provincia, da ciò che consideri casa tua. Gli eventi importanti sono nella città più vicina, nella metropoli, sono lontani.
Ma può capitare, invece, che arrivi un momento che smentisce questa consapevolezza. E questo è esattamente ciò che rappresenta, ogni anno, il Woodoo Fest per chi vive a Varese e dintorni.
Il festival si tiene ormai da diversi anni nell’Area Feste di Cassano Magnago e, come ogni estate, è tornato mercoledì 20 luglio per accompagnarci insieme ai suoi ospiti fino alla fine di questa torrida settimana di fine mese.
Le prime due serate hanno visto la presenza di alcuni volti nuovi per il Woodoo, come la cantautrice Ariete, protagonista della seconda serata, ma anche “vecchi” ospiti, come l’headliner della prima serata Massimo Pericolo, che a Cassano Magnago gioca in casa, visto che proviene da Brebbia, cittadina poco distante.
Ieri sera, 22 luglio, la cantautrice VV ha provveduto a scaldare la serata esibendosi in un live sul Wood Stage, coinvolgendo gli spettatori con una bella energia: il pubblico balla e canta, si scatena e sembra instancabile. VV porta sul palco pezzi vecchi e nuovi, trasportando i presenti nel suo mondo colorato.
Ancora prima che arrivi il momento dell’headliner, il pubblico è già carichissimo. Ci spostiamo allora verso il Bigfoot Stage, dove è tutto pronto per l’arrivo di Venerus. L’artista, che già un anno fa aveva portato live la sua “Magica Musica”, sale cauto sul palco, quasi timidamente. È circondato dai suoi musicisti e, come in ogni spettacolo che si rispetti, niente sul palco è lasciato al caso: la scenografia è ricca di elementi, alcuni dei quali oscuri e di difficile interpretazione.
Estasi degli Angeli – così il cantautore milanese ha deciso di intitolare il tour estivo di quest’anno, forse in riferimento all’omonima pellicola del 1972 del regista giapponese Kōji Wakamatsu – non è un semplice concerto, ma un’esperienza mistica capace di portare ognuno degli spettatori all’interno di una dimensione onirica e surreale, anche grazie a un ampio utilizzo della macchina del fumo, che risulta fondamentale per creare un’atmosfera separata dalla realtà che caratterizza la serata.
Finito il live e tornati su una dimensione concreta, sull’altro palco inizia il live di Ceri, reduce dalla recente uscita del suo “WAXTAPE”, che riesce a coinvolgere il pubblico del Wood Stage con un set di alto livello, come ci si aspetta da un beatmaker del suo calibro. Ma la vera ciliegina sulla torta di questa serata è MACE: si cambia di nuovo palco e sul Bigfoot Stage si entra in un nuovo trip, più vicino al mondo dell’house e del clubbing, in cui il produttore e beatmaker (stretto collaboratore di Venerus) tenta l’impresa, affatto facile, di far ballare e divertire il pubblico del Woodoo iniziando un live poco prima di mezzanotte. Impresa portata assolutamente a termine, tra luci, proiezioni di simboli alchemici e musica ad alto volume. MACE si muove con totale nonchalance sul palco, come uno sciamano della musica elettronica, regalando al Woodoo e al suo pubblico una chiusa eccezionale.