“Portami” è il nuovo singolo di Antonio Palumbo: un nuovo inizio sulla soglia di una nuova estate atipica, complice del tirare le somme e andare avanti. Antonio Palumbo ricomincia quindi da un singolo che unisce parole e synth nostalgici immerse in un contesto urban, per raccontare un momento difficile.
Abbiamo parlato con lui di collaborazioni, futuro e cosa significa avere un progetto musicale nel 2022. Ecco com’è andata!
Come è nata la tua collaborazione con Davide Andreoni? In che modo ha saputo influenzarti?
Quello con Davide è stato uno degli incontri più felici: l’ho conosciuto perché da tempo tenevo d’occhio il suo studio e appena ho avuto necessità di produrre l’ho contattato. Il lavoro che ha fatto sui miei pezzi è stato sorprendente, li ha fatti letteralmente sbocciare. Guardarlo lavorare mi ha insegnato a vedere diversamente l’arrangiamento di un brano e mi ha insegnato a non mettere limiti alla creatività.
In che modo “Portami” rappresenta per te un cambio di percorso?
Questa canzone è per me un nuovo inizio: sento una consapevolezza diversa nell’uso della lingua italiana, ho fatto finalmente pace con questa cosa e anzi ora mi entusiasma particolarmente. E poi il sound: è la prima volta che faccio musica senza strumenti canonici, usando synth e loop, e questo mi ha aperto la via a nuove modalità di composizione. Insomma, sento che c’è in atto un’evoluzione.
Che cosa significa avere un progetto musicale nel 2022? C’è qualcosa di cui ti devi occupare ma che non ha a che fare con la musica?
Faccio musica da più di 20 anni e ho visto cambiare il panorama sempre con curiosità. Vivo il fatto di avere un progetto musicale oggi, a 40 anni, come un tesoro da custodire nonostante le difficoltà. Sono un artista indipendente e faccio tutto da solo, per vivere non faccio solo musica dunque a volte diventa difficile stare dietro a tutto. Però ho imparato a rispettare i miei tempi e i tempi necessari perché ogni pezzo si incastri, mi diverte curare ogni singolo aspetto della mia presenza musicale.
Che cosa racconta “Portami”, il tuo ultimo singolo?
“Portami” è un dialogo con me stesso, per imparare ad aprirmi a ogni tipo di cambiamento e non ostacolare la tristezza e i sentimenti “pesanti”. Ho imparato a lasciarli fluire, come acqua, perché davvero le lacrime possono essere onde che ci trasportano a riva, dove alla fine siamo sani e salvi.
E adesso come stai?
Che bella domanda: sto bene, sono contento di aver finalmente pubblicato questo brano e della risposta che sta ricevendo. Era il tassello mancante perché questo insegnamento diventasse reale al 100%: se mi sento triste, arrabbiato, pesante, lascio che queste sensazioni facciano il loro corso. Sono parte di me.