“Più di così” è l’EP di debutto di Francesco Curci, disponibile su tutti gli store digitali per Show in Action (in distribuzione Pirames International). Un titolo che suona come una dichiarazione d’intenti dell’artista, per dire che “più di così”, oggi, non avrebbe potuto desiderare, ma anche un’esortazione a sé stesso a fare sempre “più di così”, nella musica e nella vita.
Lo abbiamo intervistato, ci ha detto che si sente sospeso a mezz’aria e tante altre cose sul suo disco di debutto. Ecco com’è andata!
Quali sono gli artisti che credi ti abbiano più influenzato fino ad arrivare alla pubblicazione di “Più di così”?
Gli artisti che ho ascoltato prevalentemente negli ultimi anni e che rappresentano i miei principali punti di riferimento, come Harry Styles, Shawn Mendes, James Bay; artisti che hanno un loro modo di dire le cose, che risultano autentici in tutto ciò che fanno e che sono in grado di evolversi ad ogni nuova pubblicazione, con l’obiettivo di fare musica per restare, per lasciare un segno indelebile e non per rincorrere uno sprazzo fugace di celebrità.
Come mai è passato così tanto tempo dalla pubblicazione del tuo singolo di debutto?
Volevo vivermi questo momento con la giusta consapevolezza e maturità artistica ed arrivarci pronto: per cui ho cercato prima di tutto di perfezionarmi, evolvermi e diventare l’artista che volevo consolidando anche il team di lavoro giusto che sapesse supportarmi in questo; quando ho capito che c’erano tutti questi presupposti, mi sono messo al lavoro e ho scelto di pubblicare finalmente il disco. È un atto di grande responsabilità, nei confronti di se stessi e del pubblico, perché ci si fa veicoli di messaggi, di emozioni ed è giusto che siano pienamente coerenti con quello che si è. Spesso, invece, si pubblicano dischi con estrema superficialità e nei risultati risulta poi evidente.
Quali sono state le tue esperienze musicali precedenti?
La partecipazione a numerosi contest nazionali che hanno rappresentato una sorta di palestra per me, perché mi hanno permesso di prendere dimestichezza con il palco e con il pubblico. Ed anche la pubblicazione di diversi singoli, dal primo circa dieci anni fa, fino ai successivi, tramite cui ho avuto modo di affacciarmi al mercato, iniziare a farmi largo per poi arrivare a consolidare uno spazio tutto mio.
Com’è cambiato il tuo percorso musicale, con l’entrata di Show In Action?
Notevolmente! Devo tutto a loro, perché quando hai un’etichetta alle spalle che crede in te prima di tutto come persona e poi come artista e che ti lascia la libertà di esprimerti per quello che sei, ti ritrovi a fare tutto con una tale naturalezza che non avverti neppure la fatica del lavoro. Mi hanno messo nelle condizioni migliori, affidandomi ad un produttore con cui c’è una perfetta sintonia e altrettanto sul piano fotografico e video, perché sui set mi sento libero di esprimermi per quel che sono, manifestando le mie idee in un’ottica di pieno confronto. Mi ritengo molto fortunato!
Come stai ora che sta ricominciando tutto?
Sospeso a mezz’aria. Fino a due anni fa, quando eravamo tutti alle prese con la pandemia, non c’era neppure la possibilità di pensare di poter arrivare di nuovo ad uscire con un disco. Ora invece è come tornare a respirare dopo una lunga apnea, ti godi ogni respiro fino in fondo quasi desidereresti che durasse in eterno. E soprattutto sono emozionato all’idea di poter tornare sul palco e farlo portando per la prima volta un repertorio tutto mio, questi brani – uniti a quelli del passato – che si prestano perfettamente alla dimensione live e mi consentiranno di ritrovare l’energia del pubblico e l’adrenalina del palcoscenico!