– di Michela Moramarco –
Nebraska è il nome d’arte di Salvatore Spadaro, cantautore classe 2000. Di origini calabresi, si trasferisce per il periodo universitario a Roma: è proprio dello storico quartiere romano San Lorenzo che prende titolo il nuovo singolo del giovane artista, che sceglie di cantare le atmosfere legate alla tipica cornice romana. Il brano è una ballad tipicamente it-pop ma resta comunque molto personale e suggestiva. Ne abbiamo parlato con Nebraska.
Ciao! Il tuo nuovo singolo “San Lorenzo” è la fotografia di uno scenario molto suggestivo. Da dove nasce l’esigenza di raccontarlo?
Ciao! L’esigenza di raccontare questo scenario preciso nasce da un’amore estivo intrappolato nel quartiere San Lorenzo di Roma; tra tinte pazzerelle di capelli, “punkabbestia” e universitari caotici. Il tutto ambientato nella cornice della celebre notte di Agosto.
Come è andato il processo di arrangiamento del brano? Hai avuto le idee chiare sin da subito?
Io e Marta Venturini eravamo abbastanza d’accordo sulla direzione da prendere durante la fase di arrangiamento di questo brano. Volevamo una ballad rock in chiave pop.
Il mondo dei musicisti si divide oggi tra chi considera lo studio di registrazione da dove parte tutto e chi invece non riesce a immaginare le canzoni senza un palco: tu da che parte sei orientato?
Credo che lo studio di registrazione sia importante e fondamentale dal punto di vista creativo, la musica live poi riesce a dare un senso a ciò che si è creato in studio. Per intenderci, io registro oltre che per “pubblicare”, per suonare dal vivo. È dal vivo che si capisce se un progetto è valido.
Cosa significa per te essere “radiofonici” oggi? È necessario esserlo, e secondo te i tuoi brani lo sono?
Essere radiofonici significa innanzitutto essere popolari, questo da sempre. Gli emergenti tendono a non finire in radio non perché le loro canzoni non siano fruibili ma proprio perché non sono ancora popolari. Io rientro in questa categoria.
Come ti rovi a raccontare una città diversa rispetto alle tue origini?
È molto più semplice per me raccontare qualcosa che non conosco proprio perché ho molte più possibilità di sorprendermi. Poi Roma è pure bella!
Con quali artisti emergenti italiani vorresti collaborare?
Marco Castello, Post Nebbia, Davide Amati