Eccolo il nuovo disco del cantautore siciliano Tiberio Ferracane, si intitola “Magaria” ed è un ensamble di elegante narrazione in francese, in siciliano, in italiano… canzone d’autore fumosa e arida, solare e contaminata di Turchia, di Genova, di Francia… dentro ci troveremo ogni cosa utile ad un viaggio quasi per l’intero mondo. Sono 16 le tracce ma solo la metà sono inedite… l’altra faccia di “Magaria” racconta di grandi omaggi alla canzone italiana, racconta di grandi dediche e di interpretazioni tutte sue. La maturità dei giorni nostri, cha sa di classico e di antico e che non si affida per forza alle macchine del futuro…
Tiberio Ferracane e Philippe Troisi. Pensi che questo disco sia vostro più che tuo?
Si è così, era tempo che pensavo di uscire con un nuovo lavoro discografico, ma l’incontro con Philippe ha rinnovato entusiasmo ed idee.
Come l’hai incontrato artisticamente e umanamente? Ci pare di capire che dal vivo non vi siete mai visti…
Io ho molti parenti che vivono in Francia per via delle origini dei miei genitori entrambi nati a Tunisi ma di origine siciliana. Quando sono rientrati dalla Tunisia negli anni 60 si sono divisi fra la Francia e l’Italia. Mio cugino Lorenzo Ferrigno, di Marsiglia, mi aveva parlato di questo talentuoso musicista marsigliese di origini italiane e così durante la pandemia ci siamo incontrati via messenger, da lì è nata una bella amicizia e una collaborazione artistica. I progetti erano molti, fra cui il disco, e si, non ci siamo mai incontrati dal vivo.
Dunque, se ho capito bene, colgo la palla al balzo: che sia una delle tante dimostrazioni come questo futuro della tecnica possa realizzare miracoli umani e di vita che in altri tempi non potevano aversi?
Ah, ne sono certo, e non ho mai pensato che una cosa escludesse l’altra. La tecnologia e i rapporti umani possono benissimo convivere e anzi arricchire maggiormente, contribuire a migliorarli.
E restando sul tema, però va detto che questo disco è un lavoro ampiamente ancorato al passato, alle tradizioni, alla storia. Dov’è il futuro secondo te?
Ma sai, io in questo disco volevo raccontare una storia, la mia memoria di questa comunità di italiani di Tunisi. Io credo che fare i conti con il proprio passato, conoscerne le dinamiche, raccontarne i profumi e gli aromi. ci aiuta a guardare al futuro con più consapevolezza e serenità.
E di video clip? Cosa ci dici? Nel tempo dell’estetica, volendo parlare questa lingua, perché non c’è anche un video?
È sicuramente necessario e li amo molto, ma non ho ancora trovato l’idea che meglio possa esprimere i due singoli. Ma di certo ci sarà, e spero presto!
A chiusura, ci piace questa idea di una intro e una chiusa affidata allo stesso brano. In pillole all’inizio, completo sul finire. Che sta a significare questa scelta?
“Valse à Rocco” è un brano che ho trovato in una sottocartella di una cartella che conteneva chitarre varie di vari brani di Philippe, nessuno ne era a conoscenza.
Ho chiesto agli amici e alla figlia Cecile se ne sapesse qualcosa e se potessi utilizzarla. Non ne era a conoscenza e mi ha dato il consenso, era un regalo di Philippe per me, ha immaginato. Era perfetta e lo sapevo. La colonna sonora di questo disco, di “Magaria”, grazie a Philippe Troisi!
Grazie anche a voi, è stato un piacere!