Lasciamo girare “Post-Hit” il nuovo disco di Vito Gargano in arte Stilex. Un bellissimo promemoria figurativo di un suono che cerca la narrazione non solo dentro le eversioni di jazz e di psichedelia concettuale, ma anche arricchendosi di richiami quotidiani con suoni che provengono dalla normalità della nostra vita. Ed ecco che la narrazione di questo disco si fa corposa e ben targhettizata. Davvero un esperimento interessante, non nuovo certamente, ma sempre molto affascinante.
Suono e immagini che arrivano dalle associazioni che possiamo fare sul quotidiano. Come a dire: una maggiore forza narrativa al suono o una frontiera che questo da solo non poteva raggiungere?
Per me è un matrimonio che può funzionare; i brani sono per la maggior parte strumentali quindi già per natura hanno bisogno di una sensibilità all’ascolto diversa, ho sentito il bisogno di aggiungere un qualcosa di riconoscibile per tutti e che per ognuno di noi assume un significato diverso.
Che poi dal video mi sarei atteso qualcosa che riguardasse proprio la produzione e invece finiamo nel microcosmo degli insetti. Perché questa scelta?
Perché dovremmo imparare di più da loro.
E poi com’è stato realizzato questo piccolo “documentario”? E che messaggio conserva nel suo DNA?
Il massaggio incontra l’idea iniziale del brano, in una chiave di letture del regista Fabio Ace Trotta, il cambiamento sta dietro l’angolo ma bisogna affrontare una serie di criticità per raggiungerlo.
Dai giochi ai suoni della vita quotidiana… ma anche la voce, la voce che narra, la traduzione in qualche misura… ho come l’impressione che questo disco voglia raccogliere a se quelle che sono le origini delle cose… vero?
Senza dubbio parla di vita e di come noi ci approcciamo ad essa o dovremmo approcciarci; nel disco ci sono vari brani che per me assumono un ruolo motivazionale molti di essi li ho iniziati a scrivere e a concepire in un momento di forte cambiamento. Da ogni cambiamento nasce un inizio e di sicuro ogni brano ha un ruolo importante in questo inizio.
Stilex oggi, dopo questa produzione, che frontiera guarda davanti a se?
Mi piacerebbe andare un po’ in giro, amo molto viaggiare e poi ho anche il giusto alibi del SoundScape. Magari mi farò un bel periodo all’estero a registrare suoni e poi vediamo un po’ che succede.