– di Naomi Roccamo –
In occasione del WAXTAPE PARTY il 10 marzo @QClub di Milano, anteprima ufficiale del suo nuovo lavoro, CERI aveva messo le mani avanti: “Ve lo avevo detto che non sarebbe stato solo un disco”.
Dopo la prima uscita di I° Movimento (out 18/02), WAXTAPE: II° Movimento è il secondo atto danzante del dj e producer trentino Stefano Ceri (in arte CERI), pubblicato per la label Undamento e pieno di (7) nuove tracce (fra cui il singolo “Solo Insieme”, di cui potete vedere il video inglesissimo qui sotto).
Anche se probabilmente molti di voi (e anche io) non vedono l’ora di passare pasquetta ballando sotto ai portici di Bologna, vi dico, non esiste solo Cosmo. Se già ci aveva fatto ballare tramite la musica di Frah Quintale (e infatti qui ci mette nuovamente le “Due Ali” tramite un remix che ci riporta dritti a quell’estate 2020), Franco 126, Coez, See Maw e davvero potrei andare avanti con altri nomi avviatissimi della scena musicale italiana, se ci aveva fatto ballare la “Musica Leggerissima” di Colapesce e Dimartino, adesso CERI si prende il suo personalissimo spazio e ci fa ballare come decide solo lui.
Ascoltandolo dall’inizio alla fine inizi a pensare man mano che ogni canzone di WAXTAPE: II° Movimento sia la tua preferita dell’album e invece ciò viene puntualmente smentito da quella che segue.
Questo disco è fatto per i clubbers e per i sognatori, è musica liquida.
Nasce infatti proprio da un lavoro di repertorio che risale agli anni ’90, a quei suoni e quell’aura, dalle giornate passate da parte del dj a riascoltare vecchie cassette zeppe di serate nei club, negli after, nei rave, come ha dichiarato dalla sua pagina Instagram. Ma di quegli anni non se ne riporta alla luce la decadenza, piuttosto viene esplorata la dimensione misteriosa, quella in cui tutto può accadere.
E poi questa volta, a differenza dei lavori precedenti in cui le parole, anche se essenziali, accompagnavano, come in “Bimba Mia”, “Passerà” o “Happy Sad”, l’immaginazione è stimolata solo dai beat insistenti ed energici, rinunciando al cantato e affidandosi al flow.
Sembra facile costruire un immaginario partendo dai titoli già abbastanza sognanti; passiamo una “Notte Smeraldo”, vortichiamo su un “Altura Paura” viviamo un “Marzo Piangente”. Non può che essere personale tutto quello che stiamo ascoltando, però ha il potere di contaminarci e diventare nostro.
Poco spazio per i feat, due, esclusivamente femminili, molto delicati: il primo con Joan Thiele in “Intuizione Sincerità”, il secondo con GINEVRA in “I Luv U”.
“Ouverture”, piazzata praticamente a metà di quest’ora e un quarto di musica, segna una sorta di iniziazione, come se adesso toccasse a un altro tipo di disco; e infatti arriva la “Pensiero Cascata”, “Spietata” e si conclude con il “Piano Astrale”.
I pezzi sono lunghi, alcuni toccano i sei minuti, ci danno tutto il tempo per immergerci dentro di loro.
Il bello dei dischi che si ballano è che sono forse più soggettivi degli altri, con un’interpretazione ancora più libera. Come ci sentiamo quando li ascoltiamo e ne godiamo.
“La musica non è più musica, ma la musica diventa magia”.