Parlare oggi di invasione è assai delicata. Qualche giorno fa forse ancora potevamo giocare con certe parole. Oggi diventa drammatica. Torniamo sulle pieghe musicali… siamo in Abruzzo, siamo nel 1500, siamo a sfogliare le pagine di quell’invasione da parte dei Turchi. E la vicenda della bellissima Domenica Catena, rapita dai predoni e portata in dono al sultano turco, per mano del comandante Pialì Bassa. Tutto questo in un bellissimo lavoro che sposa il rock e quelle rifiniture “balcaniche”, turche sicuramente… parliamo di pop ma anche di quella viscosità psichedelica, a volte progressiva che si troviamo nelle soluzioni melodiche. Graziano Zuccarino, in arte Zuccarino Rehab, sposa anche molto il dialetto per questo “Suite numero due – Catena”, disco di fresca pubblicazione che troviamo soltanto dentro le piattaforme digitali di streaming. Peccato: perché questo davvero non è un disco digitale, non è un lavoro di mode e di trend, non è un suono che tradisce la superficialità delle opere che spesso ci ritroviamo a raccontare. Una gran bella carriera, quella di Zuccarino Rehab, fa sentire il suo peso, nella ricerca come anche dentro la sintesi.
Una seconda suite questa volta dedicata a Domenica Catena e allo sbarco dei Turchi. Cosa ti ha spinto su queste tematiche?
Sono racconti di storia francavillese e non solo. Per me rappresentano un immaginario da trasferire nei giorni odierni e farli rivivere con rinnovata intensità…
Inoltre sono da sempre affascinato dalle storie e la narrativa medio orientale…
La prima suite parlava di “Baffone”… chi era?
Baffone era il soprannome di mio nonno Grazio, un uomo autoritario e poco incline al dialogo…Un uomo dedito alla mezzadria e al montepulciano…
Resta quel suono e quella contaminazione ma sembra tu abbia cercato più una forma pop o sbaglio?
Certamente lo studio di registrazione ha influito parecchio nella scelta dei suoni. Gli arrangiamenti erano comunque molto semplici e il tutto si è modellato man mano che il lavoro si completava…
In un qualche modo possiamo parlare anche di società? La libertà di Domenica Catena quanto viene tradotta nella libertà di oggi? E il video di lancio è sicuramente ricco di questo messaggio…
Nella società di oggi non c’è spazio per dire veramente cosa si pensa, se lo si fà, si rischia di essere messi da parte. Domenica Catena ha lottato per la sua libertà, dopo essere stata rapita e consegnata al sultano…
La lotta per i propri diritti oggi, viene puntualmente repressa. Lo si vede continuamente, specie durante le manifestazioni di questi giorni da parte degli studenti italiani…
In chiusura dal vivo… tu che hai una grande esperienza su questo fronte… si torna a suonare?
La mia speranza è che si torni presto a farlo, perché è la cosa più importante che ci sia, per noi che ne viviamo ma sopratutto per il pubblico che sogna con la musica…