Parliamo del duo composto da Davide Sanfratello e Federico Dipasquale ovvero dei Santo e Stone. Parliamo di questo primo lavoro che porta con se la firma della loro crew Vero x Vero. Il rap incontra il pop e prende anche preziose derive di timodo punk-rock senza ovviamente dimenticare per strada i cliché di un certo arrangiamento digitale, classico e proveniente da scuole ormai di qualche generazione fa. L’America prima di tutto ma anche lo stile tutto italiano dentro questo “Cronico”, specchio e fotografie delle anomalie del vivere di ognuno di noi. La cronicità del nostro male interiore e poi quel malessere ricorsivo che diviene anche abitudinario. E l’amore, la solitudine, la rinascita. Un disco di vita, ingenuo e pulito nel senso dolce del termine.
Esordio per Santo e Stone. Che disco abbiamo tra le mani ragazzi? A volerlo etichettare?
Tra le mani, già dal primo ascolto, ci si trova all’interno delle mentre di Davide e Federico. Un album “chiaro” e “puro” che sembra quasi tracopiare quello che siamo, proprio come un bambino con un foglio sopra il vetro di una finestra. Ci è piaciuto molto lavorare su questo album perché per farlo abbiamo dovuto conoscere anche lati di noi che prima ascoltavamo con distrazione, le riflessioni sono state tante, un progetto trattato con i guanti. È un disco che ha l’intento di arrivare a un cerchio molto ampio di persone, e di tutte le età.
Chi si concentrerà anche sulle liriche, conoscerà veramente Santo e Stone.
Ci sono tanti suoni che tornano come fossero uno dei tanti fili conduttori nella narrazione tra i vari brani… vero?
Si, è vero, abbiamo cercato di dare un filo conduttore a tutte le tracce dell’album, sia a livello sonoro che a livello di scrittura. Le strumentali sono state tutte preparate da Francesco Coletti, un collaboratore degli studi Massive Arts, che ha saputo comprendere e sposare la nostra idea di musica, e la scelta dei suoni è stata fatta con molta cura.
Il lockdown? Quanto e come ha inciso dentro questo disco e dentro la sua produzione?
Ha inciso sicuramente sullo stato d’animo, però con tutto il gruppo non ci siamo mai fermati, ci ha dato tempo ed energia per continuare e migliorare sempre di più.
Il lockdown ha agito più su tutto il percorso precedente al disco, il disco è stato un nostro primo risultato.
Bella questa grafica di copertina. Indicativa direi anche. Come a dire che la faccia di una persona viene meno, è intercambiabile… o sbaglio?
Ti ringraziamo per il complimento, insieme al nostro direttore artistico abbiamo pensato e cercato il miglior modo per inserire il volto di entrambi. Dà una sensazione di “intercambiabile” anche a noi, si riescono a percepire bene i due volti ma soprattutto dove un volto finisce, inizia l’altro. È stata disegnata a mano, anche il titolo e la scelta dei colori descrive molto quello che volevamo trasmettere, siamo molto felici del risultato e dei vari feedback esterni.
Parliamo del collettivo Vero x Vero: come nasce e che cosa sta portando avanti?
Tutto è nato fra amici, tra i banchi di scuola delle superiori. Io, Erik, Fabio e Francesco frequentavamo lo stesso istituto, poi ho conosciuto Federico ad una serata. Ho fatto in modo che conoscesse i miei amici per creare un legame ancora più grande e arricchire il gruppo. Avviare il progetto mi ha dato tanta soddisfazione ed è motivo di orgoglio, perché io e Fede sappiamo di avere amici che credono in noi , più di quanto ci crediamo noi stessi, e ci danno lealtà e amore, sempre. Vero per Vero è credere l’uno nell’altro e sostenersi sempre per questo adesso il gruppo ci sta aiutando a fare arrivare la musica più lontano possibile, e lungo il percorso costruiremo altre vie dove esprimerci creando nuove realtà.