“Mercurio”, lavoro di pop digitale, lavoro di filosofia e di lirica sociale, lavoro che all’uomo restituisce una centralità importante. Suggestivi i suoi video a corredo dentro cui si rende protagonista l’arte e la forma di Sasha Vinci, artista visionario non solo della parola a quanto pare. Con lui torna in prima linea anche il suono nella collaborazione che si rinnova con Vincenti Migliorisi. Nel tempo pandemico, nelle restrizioni sociali, ecco che diviene salvifico ragionare sull’uomo, sulla mutevolezza e sulla sua fragilità. Ecco che diviene salvifico anche l’idea di produrre un disco come questo che in definitiva, come ci dirà lo stesso artista siciliano, non è da considerarsi soltanto come un “disco”, ma anche e soprattutto come un’opera che spazia nelle diverse forme dell’espressione estetica e concettuale.
Da che punto di vista dobbiamo guardare al “mercurio” che citi in questo lavoro?
“Mercurio” è multiforme, è un messaggero dinamico che trasporta sogni, visioni personali, rabbia, contraddizioni, fragilità e desideri. Vive un equilibrio precario e tenta di evadere dalla realtà, ma allo stesso tempo ne rimane radicato. È un essere che sceglie di agire, di gridare e cantare le vite di uomini e donne che respirano nel presente. Racconta storie interrotte, confessa le proprie paure e “graffia” la società per spingerla al cambiamento.
Ma restando su questo tema: è l’uomo a generare mutazioni o è la vita a mutare l’uomo…?
Con “Mercurio” affronto entrambi gli aspetti; racconti di un’umanità violenta e atroce, ma allo stesso tempo canti l’imprevedibilità della vita e della natura che agisce sull’umano creando alterazioni positive e meravigliose. L’uomo genera mutazioni e la vita muta l’uomo. Queste due condizioni coesistono nel nostro mondo.
Siamo creature imprevedibili e straordinarie, violente e meravigliose, creative e distruttive. Continuiamo a modellare il presente secondo i nostri canoni, imponendo la nostra visione egocentrica e antropocentrica sull’elemento naturale. “Mercurio” furiosamente aspira a cambiare la forma e la sostanza del suo tempo, per elevarsi verso una dimensione “multinaturale”, alla ricerca di un nuovo senso etico della vita.
Il suono digitale, forse opera della contaminazione con Vincent Migliorisi… da dove prende davvero origine?
L’interesse per il suono digitale ha radici profonde, infatti nelle mie installazioni, video o performance, l’elemento sonoro è sempre presente. A marzo del 2020, quando abbiamo iniziato a registrare le canzoni dell’album, per me era di fondamentale importanza continuare questa sperimentazione digitale. È nato così quest’album, un progetto ibrido e duale in cui i suoni delle chitarre, del banjo, del trombone e della batteria acustica si sono fusi agli effetti dei synth, delle tastiere e dei ritmi elettronici. La complessità di queste combinazioni, i suoni densi da cui emergono versi e parole taglienti, sono sicuramente uno dei caratteri distintivi dell’album.
Ho visto che molti te l’hanno chiesto e prendo spunto da alcune interviste per chiederti proprio dei colori. Accesi. Quasi finti. Eppure?
Nel progetto “Mercurio” non ho fatto altro che riversare tutte le componenti concettuali e simboliche che caratterizzano la mia ricerca artistica. “Mercurio” non è solo un album cantautorale, ma un progetto più vasto e articolato che comprende anche performance, video, foto e sculture. I colori brillanti dei video, le tinte piatte della grafica, rispondono ad un gusto estetico tipico della mia ricerca. Mi affascinano determinati toni cromatici, perché proiettano lo spettatore verso una dimensione estraniante, dove regna un’atmosfera onirica e surreale.
Diamo a te ora il compito della critica. In questo tempo liquido pensi che la critica abbia saputo codificare un disco complesso come il tuo?
È la prima volta che mi presento pubblicamente al mondo della musica cantautorale e ringrazio la galleria aA29 Project Room che mi rappresenta, perché ha creduto e supportato questo nuovo e ambizioso progetto. Sinceramente non so dirti se la critica abbia apprezzato, compreso o decodificato al meglio il mio album. Per me l’unica urgenza era crearlo, modellare, con la voce e con la musica, determinati concetti e pensieri che sentivo il bisogno di portare fuori ed esprimere. È stata un’esperienza entusiasmante, che ha amplificato ed esteso i miei orizzonti creativi. “Mercurio” segna anche l’inizio di un percorso: insieme a Vincent e ad altri musicisti, infatti, stiamo lavorando alla creazione di un nuovo album.