– di Michela Moramarco –
Santoianni è un cantautore milanese, classe 1993, che ha da poco pubblicato un album dal titolo “Non ho santi in paradiso”, composto da sette tracce che mescolano uno stile cantautorale, appunto, e influenze elettroniche, a creare un impatto gradevole sin dal primo ascolto.
È indiscutibilmente un disco pop, o meglio, itpop, che si inserisce bene nelle dinamiche discografiche attuali. L’album segue la pubblicazione di vari singoli ed è stato prodotto da Molla. “Non ho santi in paradiso” è un disco valido e vanta anche la collaborazione con l’artista The Andre, nel brano “Forfait”.
L’album ha come tematica principale quella oscillazione fra accettazione della realtà e un dilagante cinismo. L’artista afferma: «“Non ho santi in paradiso” è realmente un progetto indipendente, costruito sulle competenze di persone che si vogliono bene e che credono nella forza delle canzoni. Al suo interno non ci sono schemi, formule. Ci sono tante idee di persone con background artistici e di vita differenti, che hanno messo dentro il meglio delle proprie possibilità e capacità. Senza l’aiuto di nessuno ma solo con la forza dei propri sogni».
Si tratta quindi di un disco che nasconde o meglio racchiude una lavorazione complessa, non solo dal punto di vista artistico, ma anche dal punto di vista emotivo. Come si evince dal titolo, l’album cerca un distacco dalle cose, inoltre si trova a scontrarsi con i propri stessi dissidi: cadere nel cinismo o continuare a credere che ci sia sempre qualcosa di meglio, forse altrove.
Il nuovo disco di Santoianni contiene i dubbi di chi sta diventando adulto una volta per tutte, ma non vuole precludersi la possibilità di perdersi per cercare di andare lontano. “Non ho santi in paradiso” sembra essere un racconto di una generazione di individui che si accorgono improvvisamente di non avere altro che sé stessi e che si scontrano dunque con l’accettazione di questa amara consapevolezza. Ma non manca in questa narrazione uno slancio vitale, alla ricerca di qualcosa che vada oltre i limiti della propria rassegnazione. Interessante la metafora nel brano sopracitato, “Forfait”, che sembra condurre l’ascoltatore in una dimensione staccata dalla terra e immersa in nuove idee che galleggiano nella stratosfera. Certo, resta il rischio di incappare nel vuoto, ma tutto si risolve nell’accorgersi che si sta volando. Questo brano forse più degli altri può risultare a tratti retorico, ma si salva in extremis.
Concludendo, “Non ho santi in paradiso” è un album che, arriva dopo due anni dalla pubblicazione di “Fossi nato prima” e segna un’innegabile evoluzione artistica. Inoltre, si tratta di un album che potrebbe rappresentare un importante slancio verso la ripresa in considerazione del potere della musica e delle parole, le quali, in un periodo storico peculiare come questo, possono essere ancore di salvezza. Santoianni è un artista che con questo album fa sentire la propria voce volta a comunicare la necessità o meglio, l’esigenza di continuare a pubblicare musica.