– di Assunta Urbano –
La musica è una cosa seria. SASSO la pensa come me e scrive spesso la parola con la M maiuscola. Questo è il principale motivo per cui il suo disco d’esordio, in uscita per Believe, è uno dei più attesi del 2022. Sarà uno dei migliori che sentirete quest’anno in Italia ed è una certezza anche se siamo solo a gennaio.
L’artista torinese inizia a masticare e ingerire musica già in tenera età, quasi in contemporanea con i primi denti da latte. Il pubblico ha la fortuna di conoscerlo prima nel 2015 grazie allo pseudo duo Anthony Laszlo e poi nella band di Andrea Laszlo De Simone.
Tuttavia, l’idea di dare il via a un percorso solista è già nella mente di Anthony da molto tempo. Il progetto SASSO inizia a delinearsi e il 15 marzo dello scorso anno, sulla piattaforma YouTube compare “Musica”, un’autoanalisi messa in note, capace di rapire l’ascoltatore per più di sette minuti.
Al pezzo hanno fatto seguito “Cercatrova” a novembre e “Aquila”, di cui vi presentiamo il video proprio oggi in anteprima.
Ci chiediamo spesso cosa sia la musica, che ruolo abbia nelle nostre vite e in quella delle persone che ci circondano. Per avere una risposta davvero precisa a riguardo, abbiamo intervistato un esperto in materia: Anthony Sasso.
Da Anthony Laszlo ad Andrea Laszlo De Simone, passando per i Ministri, Anthony dà il via al suo progetto solista. Per quale motivo hai deciso di percorrere una nuova strada in solitaria?
Sin da quando ero bambino mi ritrovo a scrivere canzoni e nella mia testa questa idea del progetto solista è presente da molto tempo. Credo che semplicemente sia arrivato il momento giusto per fare le cose in un certo modo, insieme a una band incredibile con Alberto Crudo Moretti al basso e alle voci, che si è occupato della produzione del disco insieme a me, Zevi Bordovach alle tastiere, synth e vocoder, Marco Gervino alle chitarre e Francesco Cornaglia alla batteria.
“Cercatrova”, il tuo primo singolo ufficiale, preannuncia l’intero lavoro soprattutto dal lato tematico. Si parla della continua “ricerca” musicale e forse solo l’artista che non si ferma mai riuscirà infine a “trovare” ciò di cui ha bisogno, che lo rende davvero completo. Come vedi la figura del musicista nel mondo in cui viviamo?
Sì, siamo sempre inevitabilmente alla continua ricerca di noi stessi. Fare il musicista oggi, in particolare in Italia, è davvero una missione o quasi una vocazione, direi. Bisogna essere un po’ spregiudicati per lanciarsi in determinate avventure in questo assurdo mercato discografico che premia prodotti prevalentemente commerciali ormai da tanto tempo. Non è di certo facile, ma è la mia passione. Sotto casa mia c’è un campo da calcetto e a volte mi fermo a guardare i ragazzi giocare, domandandomi cosa li spinge a correre dietro ad un pallone per tante ore e in qualsiasi situazione atmosferica. L’unica risposta ricorrente è la passione: è lei che ci muove in tanti aspetti della nostra vita e ci permette di sentirci vivi.
Quattro minuti e mezzo di canzone, con strumenti che raccontano ancor di più della voce e del testo. Si percepisce già che si tratterà di un lavoro pensato in maggior parte per l’esperienza live. In Italia, questo periodo di crisi, soprattutto culturale, ha fatto in modo che l’ascoltatore attento fosse in grado di riconoscere, di nuovo, la qualità. Che ruolo ha, e avrà, secondo te, un progetto del genere nel panorama discografico nostrano?
In primis, sono sicuramente molto felice delle considerazioni, recensioni e opinioni che stanno uscendo su questo progetto. Penso che in questo particolare periodo il pubblico abbia più interesse nell’ascoltare della musica totalmente sincera e meno artefatta o costruita nelle intenzioni. Ma non sono un ingegnere, bensì un sognatore e a quanto pare non sono l’unico, come dice la canzone: «credo ancora nei sogni, nelle persone e nella musica». Ti dirò la verità, i nostri live sono un vero e proprio rito di magia collettiva curativa che si svolge insieme al nostro pubblico!
Il secondo singolo di SASSO, “Aquila”, in uscita a gennaio, ci trasporta, ci culla e poi ci fa quasi precipitare. È un pezzo pieno di libertà, è per tale ragione che hai scelto questo animale? Che importanza ha per te?
“Aquila” è una canzone molto importante in questo percorso. Ricordo che, tornando a casa con il primo provino, mi resi subito conto dell’importanza del brano e delle varie tematiche coinvolte, come la rinascita, l’elevazione, la perdita, e allo stesso tempo la ricerca della bellezza e della verità e la consapevolezza di noi stessi. Ho voluto dedicare un omaggio a questo bellissimo animale che, ahimè, la storia ha associato ad un’immagine politica così misera che non rende giustizia. Da poco tempo ho scoperto che il segno dello Scorpione è anche rappresentato dall’Aquila e dalla Fenice, che simboleggiano la capacità di morte, di rinascita e di elevazione. Tornando al brano, c’è più di una sorpresa al suo interno, come una voce meravigliosa e un eccezionale sax.
«Io non sono io, sono quello che gli altri credono». Qual è la verità che Anthony sta cercando nella canzone?
Se ci pensi siamo tutti quello che gli altri credono. Tutti a guardare e ad analizzare i comportamenti dell’altro, ci sentiamo in diritto di giudicare ogni cosa, ogni persona e ogni scelta, ma io credo che ci sia un grado superiore di giudizio. Intendo qualcosa di puro e sacro dentro di noi, che non può morire mai e che vola al di sopra di tutto come un’aquila e ci riporta ad uno stato di coscienza in cui ricercare la “Verità”. Il nostro spirito ne ha davvero bisogno e solo al di sopra di ogni cosa c’è ciò che siamo davvero. Ed è infinito.
Quest’anno uscirà, per l’appunto, il tuo disco d’esordio, ci anticipi qualcosa riguardo l’album?
Sarà un disco vero, tutto suonato in analogico per davvero. Ma soprattutto sarà un disco senza compromessi, sarà maleducato e gentile allo stesso tempo. A volte ti accarezza l’anima, ma alle volte ti sorprende come un fulmine a ciel sereno. Inoltre affronterà tematiche importanti, come la continua ricerca della verità, che lo stesso singolo “Aquila” affronta. Quest’album rappresenta tutto ciò che sono stato fino ad ora ed è rivolto a definire una timeline attraverso questo lungo percorso che mi ha portato sin qui. Ma ora vivo il momento come l’inizio di qualcosa di totalmente nuovo.
Dato che hai iniziato a scrivere brani nel 2009 e ne hai collezionati, senza pubblicarli, oltre centocinquanta, le canzoni che ascolteremo nel 2022 sono novità oppure fanno parte degli ultimi dieci anni della storia di SASSO?
Quasi tutti i brani presenti nell’album fanno parte di materiale relativamente nuovo. Forse solo un paio di tracce sono retaggi di ciò che avevo scritto in passato anche con Laszlo. Ci tengo a sottolineare che il fatto di poter lavorare ora con la mia band sta cambiando le carte in tavola e mi sta permettendo di fare le cose al meglio, ispirandomi molto nella composizione. Adesso compongo pensando a come possano suonare i pezzi con la band e tutto ciò influirà ancora di più sui lavori futuri. Le idee degli altri componenti del progetto mi permettono di spaziare maggiormente e di certo gli ultimi pezzi arrangiati in sala prove trasmettono questo senso di appartenenza ad un lavoro coeso e di squadra.
A marzo 2021, hai pubblicato in anteprima “Musica”, presente solo sui canali YouTube e che verrà rilanciato come singolo più avanti. Un brano in cui racconti di te e del legame che hai con quest’arte. Cosa significa davvero per Anthony Sasso la musica?
Per me la Musica è Tutto. Mi permette di stare in armonia con l’intero Universo, di esprimere me stesso, di farmi divertire, di migliorarmi e di non perdere mai la voglia di sperare e di sognare. La Musica è davvero la magia più bella del mondo. Preserviamola e riusciremo a farne tesoro per l’eternità. Io lo sto già facendo!
TOUR SASSO
26 febbraio Circolo della Musica, Rivoli (TO)
9 aprile Covo Club, Bologna