Esce venerdì 26 novembre 2021 “Sacred Erotic”, l’album di debutto di Anna Soares fuori per Lost Generation Records. La cantautrice e producer, madre della BDSM Music, crea un percorso che celebra la sacralità dell’universo sessuale, toccando tematiche come la sapiosessualità, l’ipnosi erotica, dominazione e sottomissione, la potenza dello spirito femminino, la connessione intima che porta all’evoluzione interiore. Ogni brano compone un universo sonoro a sé, toccando trip hop, future garage, elettronica cantautorale, senza mai chiudersi in degli schemi predefiniti, sia vocalmente che a livello compositivo.
Ne abbiamo parlato direttamente con lei.
Perchè “Sacred Erotic”?
Perché non vi è nulla di più sacro dell’erotico.
E perchè “Fuck My Brain”?
Con il corpo sono capaci tutti. Ma il vero erotismo parte ed arriva alla mente, apre porte che il solo utilizzo del corpo non consente, salvo in rari casi.
Che ruolo ha il sesso nella tua vita? E come si lega con la musica?
Ha un ruolo importantissimo, ma non ingombrante al punto di spazzare via tutto quel che di altro la vita può mettermi davanti.
Attraverso la sessualità ho imparato a conoscere me stessa ed il mio corpo, a percorrere sentieri interiori e plasmarmi come desideravo. La musica, che è entrata nella mia vita molto prima della sessualità, ha seguito una scia. È come se avessi fatto in modo che danzassero insieme, per creare qualcosa che parlava in modo intenso di quel che sono. Music is sex, sex is music.
Come viene accolto l’immaginario BDSM dagli addetti al settore musicale?
Solitamente con interesse e curiosità. Qualche volta con stupore, ma è anche legittimo sia così.
Qual è il tuo personalissimo concetto di “bellezza”?
Mi piace cercare la bellezza nei dettagli asintonici. Quei dettagli che disturbano, che turbano o che non riescono ad amalgamarsi con l’ambiente circostante. La bellezza per me è unicità che crea shock e interesse, che ti trapassa creando dei vuoti che non riesci e forse nemmeno vuoi controllare.
Anna Soares è il tuo vero nome?
Anna è il mio nome. Soares è il cognome che ho preso da Bernardo Soares, eteronomo di Fernando Pessoa, nonché mio padre spirituale.