– di Martina Rossato –
Qualche mese fa ho avuto il piacere di chiacchierare in un’intervista con Jacopo Maria Magrini, in occasione dell’uscita del nuovo singolo de Il Geometra, di cui Jacopo è chitarra e voce. Insieme a lui suonano Francesco Bitocchi e Lorenzo Venanzi al basso. Il brano in questione è “Per tutte le madri” e anticipava il loro nuovo album, ora finalmente uscito, “Canzoni Cristiane”. Pubblicato a distanza di sei anni dal loro primo disco, “Canzoni Cristiane” è risultato della sua epoca, per quanto affronti un tema che difficilmente viene esplorato dalla scena cantautorale contemporanea. La tematica religiosa è infatti sempre molto delicata, e per questo viene solo raramente messa in musica. Non è facile parlare di Cristianesimo e farlo è una scelta senza dubbio coraggiosa e scomoda.
Jacopo ha raccontato di aver cominciato a scrivere i pezzi che ha poi raccolto in questo disco durante il periodo del lockdown. Costretto a un (quasi volontario) esilio fuori dalla sua città natale, a Parma, per le improvvise restrizioni dovute allo scoppio della pandemia, dopo anni di lontananza dalla musica e dalla scrittura, ha cominciato a registrare i pezzi che stavano nascendo giorno dopo giorno con il registratore vocale del suo IPhone. Racconta poi di essersi reso conto che quelle canzoni, che sembravano nascere così spontanee in un periodo tanto particolare avevano un tono supplichevole, quasi fossero delle preghiere. È così che si è reso conto forse per la prima volta di quanto la “educazione cristiana” ricevuta da bambino avesse influito, in modo anche molto contraddittorio a volte, sulla sua persona. “Canzoni Cristiane” racconta proprio questo:
“di come un giovane uomo occidentale, negli anni ’20 del XXI secolo, si sia reso conto di non avere in mano altro se non le lezioni del catechismo per difendersi dal male e per commetterne il meno possibile”
Il disco, prodotto da Francesco D’Oronzo, è composto da sette tracce. “Per tutte le madri” è collocata esattamente a metà dell’album e non penso sia un caso. La canzone è stata definita da Jacopo come “Il tentativo di cantare l’amore più disperato e folle che possa esistere. Un amore spesso malato, irrazionale, insensibile a ogni atroce delusione e pronto a gioire del più miserabile tra i successi”.
Dal punto di vista musicale, Il Geometra si avvicina al cantautorato degli anni ’70, da cui trae le sue influenze. Si tratta di un gruppo “molto italiano”, sia quanto a sonorità che per i testi. Questo secondo lavoro in studio è più maturo del primo, forse perché frutto di una sofferenza più grande rispetto al precedente, ma la sua anima non si allontana da quella di “Ultimi”, uscito nel 2015. Ancora una volta, troviamo linee melodiche non troppo complesse, che si sposano bene con i testi invece per niente semplici di Jacopo. Le immagini che ci vengono presentate in “Canzoni Cristiane” non sono per niente scontate, proprio perché fanno parte della educazione cristiana che moltissimi di noi hanno ricevuto, ma rilette e inserite in una visione diversa da quella cui siamo abituati. È un lavoro sicuramente profondo, che ognuno di noi può interpretare in modo anche molto diverso e del tutto personale.