Da dove deriva il titolo “Pornopunk”? E cos’hanno in comune il Porno e il Punk?
Partiamo dalla seconda domanda. Il Porno ed il Punk non hanno nulla in comune. O meglio, se qualcosa ce l’hanno noi lo ignoriamo, o perlomeno non ci siamo ancora soffermati ad elucubrarci sopra. Però il Pornopunk ha un significato per noi. Titolo che deriva dalla volontà di estremizzare il concetto “punk”, inteso come libertà e voglia di osare. Da qui l’utilizzo di “porno”. Anche con un intento provocatorio. Quindi per noi vuole significare la voglia di andare oltre ed essere liberi di seguire una nostra idea o pensiero, senza dovere per forza rispettare delle etichette.
Ma il punk è morto? Qual è il vostro background punk?
Il Punk non è morto. Il punk è un idea, un concetto, un rompere le barriere. Per esempio uno stile molto vicino al punk oggi potrebbe essere la trap. Per quanto riguarda il nostro “punkground”, essendo abbastanza datati abbiamo ascoltato molta musica Punk: dai Clash ai Fugazi, dai Ramones ai Damned, ed ancora i Circle Jerks, Dead Kennedys, ed altri che ora non ci vengono in mente. Ma a prescindere dal genere in se è l’attitudine punk che è fondamentale.
E forse vi sarete stufati di sentirvelo chiedere, ma non saremo da meno: perché il nome Babbutzi Orkestar?
Il nome Babbutzi è nato dal film “THE SNATCH”, che nel periodo in cui la banda è stata fondata ci stavamo masticando e caldamente consigliando tra gli allora componenti. Ci piaceva, suonava bene e faceva a caso nostro. Lo trovammo perfetto per una banda balcanica.
Che idea vi siete fatti della scena musicale in Italia del 2021?
Secondo me è un momento molto confuso. La musica evolve, si deve evolvere, invece a noi sembra che oggi in Italia si stia semplicemente adattando senza portare delle grosse novità. Che invece ci sono e dall’estero come sempre arrivano. Per citare un paio di esempi anche molto diversi tra loro, gli IDLES e LITTLE SIMZ. E’ come se in Italia la musica si sia semplicemente adattata alle cose che vanno di moda tra la Gen Z e continui a martellare su quelle. Ma la musica per noi deve evolvere, come è sempre stato anche nella storia.
Avete condiviso il palco con numerose band anche dei Modena City Ramblers o Goran Bregovic. Qualche episodio che proprio dovreste raccontarci?
Gli episodi che ci portiamo in tasca sono sempre quelli che non possono essere raccontati. E poi: “quello che succede in tour, rimane in tour”.
Avete già qualche data in programma ora che si può tornare a suonare?
Abbiamo presentato il disco l’8 Ottobre a Milano, in concomitanza con l’uscita. Ad oggi non abbiamo ancora un calendario definito, ma la squadra ci sta lavorando e sicuramente presto potremo annunciare qualcosa. Ci si vede in giro.