– di Assunta Urbano –
Mèsa, che abbiamo portato sul Palco Giovani del MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti lo scorso 3 ottobre, ha scelto un giorno proprio strano per pubblicare Romantica, il suo nuovo disco. Venerdì 17 settembre, non è ancora finita l’estate e neppure è iniziato l’autunno. Forse sarà proprio la sensazione di bilico che ha spinto la cantautrice romana a selezionare questa data. O forse, come lei stessa canta, «ha una giungla nella testa».
Sono passati tre anni da Touché, l’album d’esordio. E quasi altrettante primavere, da quando di notte vagavamo per le strade della Capitale con arie sognanti e colme di chissà quale speranza.
La mancanza della vita notturna, tra i palchi e i viaggi in tour, ha portato Federica Messa, in arte Mèsa, alla stesura delle otto canzoni che compongono Romantica. Ne abbiamo parlato con l’autrice dei brani, in una videochiamata a distanza su Zoom.
Venerdì 17 settembre è uscito il tuo secondo disco. Prima di tutto, è stata una scelta simbolica la data?
È stato casuale. Bomba Dischi mi ha proposto questo spazio ed ho accettato immediatamente. Sono stati anni pieni di sfighe, gli ultimi; non ci perdiamo dietro a queste sottigliezze. Anzi, magari può portare bene!
Esatto, seguiamo questa corrente di pensiero. Poi, non si tratta solo di un numero, ma anche di un passaggio di stagione, dalla spensieratezza estiva alla malinconia autunnale.
Il disco è pervaso in ogni suo poro di malinconia. Sicuramente ha più senso far uscire questo lavoro adesso, invece che a giugno.
Romantica racconta tante sfaccettature diverse delle relazioni sentimentali. Come hai affermato, è un disco nato di notte e che va ascoltato nelle ore più buie, ci sveli il motivo?
Questo disco è nato di notte perché banalmente non dormivo tanto. Quando l’ho scritto vivevo dai miei e parlavo pianissimo per non svegliarli. Credo che così i pensieri fluiscano in maniera più libera. Mi viene spesso l’ispirazione in quelle ore lì, poi mettici l’insonnia di mezzo. Ascoltarlo in quei frangenti, lo fa comprendere meglio. È diverso il modo di raccontarsi a se stessi, rispetto a mezzogiorno.
Un insieme di pensieri che, una volta arrivata la luce, sembrano svanire. Una sorta di sogno nel sogno. Più volte sia nell’album, che nel tuo lavoro precedente Touché, fai riferimento al mare, come un luogo in cui scappare e rifugiarsi. Che legame hai con le onde?
Sono innamorata del mare. Lo nomino spesso, come hai notato, perché mi calma molto. Mi aiuta sia a pensare che non pensare. Non mi piace prendere il sole, preferisco stare nell’acqua a nuotare. In particolare, sono legata alle spiagge siciliane.
La fuga è sempre al mare, mai in montagna. O almeno quasi mai.
È vero, assolutamente.
Il progetto ti ha portato a collaborare con Bartolini ed Andrea Suriani. Parliamo della nascita di questi suoni? Tra l’altro, sonorità vicine all’immaginario musicale di Bartolini.
Con Giuseppe [Bartolini, ndr.] siamo amici, ma anche fan reciproci. Mentre lavoravo a questi pezzi, gli ho fatto sentire delle versioni primordiali di produzioni casalinghe. Lui è bravissimo ad usare i mezzi per registrare. Abbiamo passato il febbraio del 2020, quello prima dell’inizio della pandemia, a casa sua a lavorarci insieme. Non c’è stata riflessione. Con tanti gusti in comune, abbiamo capito subito la strada da seguire. È stato molto naturale ed ero sicura sarebbe stato così. Poi, siamo andati a Bologna da Suri [Andrea Suriani, ndr] e lui è un vero e proprio maestro!
Vedremo prima o poi un pezzo in collaborazione tra Mèsa e Bartolini?
Oltre ad “Irene”, il brano di Romantica a cui Bartolini ha prestato la voce, so che prima o poi uscirà qualcosa a nome di entrambi. Deve solo arrivare il momento giusto, ma succederà.
Pensando invece ad altri artisti, che siano o meno tuoi colleghi, e agli otto brani del disco, c’è uno che vorresti rielaborare con qualcuno di loro?
Non ci ho pensato, perché ho scritto questo album pensandolo cantato da me. Al contrario, sto pensando in questo periodo che mi piacerebbe scrivere per qualcun altro. Non ci ho mai provato. Deve essere bello, ma anche parecchio difficile. Artiste donne di genere pop, come Emma, Annalisa.
Un esperimento interessante, dato che di solito hanno autori uomini.
Ci salutiamo con un’ultima domanda: qual è la cosa più romantica che abbia mai fatto Mèsa?
La cosa più romantica e coraggiosa che ha fatto Mèsa è stato prendere un aereo senza annunciare il mio arrivo. Andare ad ottocento chilometri di distanza e dire «ciao, sono qui. Hai programmi per il weekend?»
Leggi anche la nostra recensione dell’album Romantica di Mèsa!
TOUR
03.11 MILANO ARCI Bellezza
06.11 ROMA Monk
25.11 BOLOGNA Slurp@Cortile Café
27.11 PISA Lumière