– di Martina Rossato –
“Covid”: una parola comparsa dal nulla e capace di cambiare radicalmente la vita di ognuno di noi nel giro di pochi giorni. A discapito di quanto si possa affermare (o, nella maggior parte dei casi, inventare) a proposito del virus, tra proteste no-vax, negazionisti ed estremisti del Green Pass, il virus ancora c’è e si sente. Se è vero che è così e non possiamo fare finta di niente, è anche vero che è il momento di riprendere in mano la nostra vita per come era prima del virus, nei limiti della prudenza e del buon senso.
Dal mondo della musica diverse sono state e continuano ad essere le reazioni di artisti, produttori e lavoratori dello spettacolo. Una cosa è certa: questa è stata l’estate della rinascita. Tra le varie voci che si sono levate, ha fatto molto scalpore la protesta, per moltissimi (e anche a parer mio) insensatamente esagerata, di Salmo, che ha tenuto un improvvisato concerto ad Olbia lo scorso 13 agosto. Ora è il turno di Cosmo, al secolo Marco Jacopo Bianchi, dj e produttore piemontese che ha di recente pubblicato una lettera rivolta al presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e alla vicepresidente Elly Schlein. Ne riporto uno spezzone, ma la lettera si può trovare per intero sui profili social dell’artista:
“Il nostro settore, quello della musica dal vivo, dei concerti e delle serate nei club, può ripartire seriamente solo in un modo (prima che l’emergenza venga dichiarata ufficialmente superata, intendo): utilizzando il Green Pass come un’opportunità per tornare alla normalità. Tampone o vaccino (o guarigione) che sia, mi sembrava ovvio che con circa il 70% della popolazione vaccinata e l’allentamento della pressione sulle strutture sanitarie si potesse estendere l’uso del pass a tutte le attività”.
Nel resto d’Europa e del mondo il Covid sembra (quasi) ormai un brutto ricordo lasciato alle spalle, almeno per quanto l’organizzazione dei concerti, ai quali si può accedere senza restrizioni, con l’unico vincolo di possedere il Green Pass. In Italia al momento attuale la situazione invece è ancora piuttosto critica: i live sono concessi solo con forti restrizioni. La lettera di Cosmo è stata scritta in vista dei concerti che il produttore ha in programma per 1, 2 e 3 ottobre a Bologna; per questi concerti sono già stati venduti migliaia di biglietti. Ma pensare che si tratti solo di una questione economica è riduttivo e svilente di un problema che pone le sue radici molto più in profondo.
Badiamo bene: Cosmo non sta chiedendo di infrangere le regole attualmente imposte in un atto di irresponsabile ribellione. Cosmo, e con lui molti altri, come Mahmood e Margherita Vicario, stanno facendo presente che la musica ha bisogno di condivisione, che le voci del pubblico si uniscano a quelle sul palco, che si crei una rete di umanità. La sua richiesta è quindi quella di abbattere il numero limitato dei posti ai concerti. Cosmo pensa che “non sia più il caso di aspettare” e aggiunge poi “Ad alcuni sembrerà paradossale, ma oggi è proprio intorno alla musica che si gioca il senso della politica: oltre la burocrazia, per ritrovare la gioia di stare insieme. Anche questo è essere paese, essere comunità”.
Dal Presidente non è tardata ad arrivare una risposta:
“Caro Cosmo, abbiamo letto la lettera che ci hai scritto. […] Il Governo sta lavorando all’estensione del Green Pass: noi crediamo sia l’occasione giusta e necessaria per fare dei passi avanti. […] E c’è un altro punto sul quale hai perfettamente ragione: si tratterebbe di un ulteriore forte impulso a vaccinarsi. Le regole vanno rispettate e, nel caso, aggiornate. Noi crediamo ci siano le condizioni per farlo, che sia giusto fidarsi del Green Pass e spingere sull’acceleratore della campagna vaccinale. Su questo ti assicuriamo il nostro impegno in sede di Conferenza Stato-Regioni”.
Lo scambio di lettere non sembra essere caduto nel vuoto, anzi. Dopo la Conferenza Stato-Regioni (che si è tenuta il 9 settembre), il ministro della Cultura Franceschini ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute per chiedere di usare il concerto (all’aperto, è bene ricordarlo) di Cosmo come banco di prova per un ritorno alla capienza piena, con obbligo di Green Pass. Sebbene forse sarebbe stato il caso di interpellare prima il diretto interessato, si tratta di un importante segnale: la questione è stata seriamente presa in considerazione. Questa la risposta di Cosmo (anche in questo caso, ne riporto solo un estratto):
“Stiamo vivendo in un paradosso che vede i concerti militarizzati mentre letteralmente fuori dai cancelli delle venue la vita scorre normale. È umiliante che si parli ancora di “esperimenti”, dopo tutto questo tempo, ma come ho detto dall’inizio sono e siamo disposti a discutere anche di questa opportunità. Purché si faccia qualcosa e non si perda più tempo”.
Insomma, se fino a qualche mese fa l’unica cosa sensata da fare era starcene a casa, “resta a casa frate, è meglio se non ti muovi” (Gemitaiz, Covid-19 Freestyle), oggi che la situazione si sta finalmente muovendo sul serio è bene che lo spettacolo torni pian piano ad essere il luogo di aggregazione che è sempre stato, senza dimenticarci che il virus esiste e ci continua a chiedere di rimanere prudenti. E in questo, cosa più del Green Pass può esserci alleato?