– di Michela Moramarco –
Fabio Curto è un talentuoso cantautore e polistrumentista. È vincitore assoluto di Musicultura 2020. Il suo nuovo album si intitola “Rive vol.2” ed è il prosieguo del volume I. In questo secondo volume, composto da 14 tracce, prevalgono tonalità più luminose, con suoni acustici gradevoli e ben scanditi. Il progetto è estremamente narrativo ed evoca fenomeni naturali e suggestioni di comunione con la Terra. Fabio Curto esprime significati potenti con una grande abilità a creare un legame con l’ascoltatore. Infatti, la narrazione dei brani, eseguita con una voce al tempo stesso graffiante e delicata, crea immagini pienamente condivisibili. Fabio Curto si pone così come il fautore di un progetto pop-folk cantautorale italiano intrigante e promettente. Sono stati annunciati i primi concerti tra cui anche un importante live al Carroponte di Milano e un concerto al Festival delle Contaminazioni di Cosenza, in programma rispettivamente il 17 e 18 luglio, in cui Fabio Curto suonerà in apertura proprio ai Modena City Ramblers.
Per comprendere maggiori dettagli, ne abbiamo parlato con Fabio Curto.
Il tuo nuovo album si intitola “Rive vol.2” e la prima traccia si intitola “Madre Terra”. Da quali suggestioni è stato tratto e ispirato questo brano?
“Madre Terra” si può sostanzialmente considerare il brano-guida dell’album, in quanto porta con sé una serie di sensazioni appunto, legate proprio a dei fenomeni naturali. Si tratta di suggestioni legate a momenti come un bellissimo tramonto, il cambiare delle stagioni, lo scorrere dei fiumi. Sono tutti fenomeni che da bambino mi lasciavano fortemente affascinato e che ho poi ritrovato chiaramente nel mio dialogo con la musica. In particolare, il progetto “Rive vol. 2” sembra ispirato a questo tipo di idee e immagini.
La tua musica è folk-acustica, credi che in un paese come l’Italia sia difficile portare avanti progetti simili?
Ecco, in Italia è difficile portare avanti diversi tipi di progetto, non solo un progetto come il mio. Non ne sono impaurito. Certo, è un progetto pop-folk, che strizza l’occhio anche al blues. Ma non credo sia particolarmente difficile. È che in questo momento siamo arrivati ad un livello di saturazione nell’ambito musicale, in cui prevale l’elettronica. Quindi c’è un potenziale bisogno di un ritorno dell’ascolto di strumenti acustici. Parlando più da ascoltatore che da musicista, credo che l’acustico possa sempre trovare un piccolo spazio di fruizione.
Il brano “Giostra” racconta la voglia di vivere ma con un velo di malinconia. Mi parli della scelta creativa alla base di questo brano?
“Giostra” è un brano che ho voluto dedicare un po’ a chi si avventura in una nuova fase della vita. Il brano mi ha ricordato di me stesso quando mi sono trasferito a causa dell’università, allontanandomi molto da casa. In quel momento ho iniziato a rendermi conto delle difficoltà dello stare da solo, del vivere in modo indipendente, raccogliendo anche dolori non facili da affrontare. Era tutto da costruire. Queste immagini mi hanno evocato l’idea della giostra, che porta in una direzione o nell’altra. È una giostra da vivere, conservando sempre un sorriso.
Si può dire che questo secondo volume è un album luminoso?
È un album dove sicuramente predomina la luce, rispetto al primo in cui prevale il tema del buio. Del resto, anche nel mondo ci sono luci e ombre ed è bene tenere un occhio di riguardo per entrambi gli aspetti.
La tua musica ha un’attitudine di stampo internazionale. Che ne pensi? Credi che sia una componente innata?
Credo che sia il frutto di tutti i miei ascolti e le mie preferenze musicali. Io ho sempre amato il folk, sono sempre stato fan di Branduardi, così come dei Modena City Ramblers. Ho ascoltato anche molta musica americana. In ogni caso, c’è stata sia molta ricerca nei suoni e anche nella fase di produzione, sia spontaneità che mi ha permesso poi di ritrovarmi pienamente in questo sound, che rappresenta quasi un ritorno alle origini.
Quali sono le tue idee per il futuro prossimo?
Io spero che ricominci l’attività live come si deve e ho in mente anche un percorso artistico teatrale. Credo che dall’attività live inizi tutto.
Grazie.