“Sei”, fuori da mercoledì 16 giugno 2021 (distribuzione Artist First) è l’ultimo singolo di Larocca che anticipa l’uscita del disco Fatto d’Argilla. La voglia di tornare ad innamorarsi, «senza la smania di dimostrare, senza chiedere mai se siamo stati bene», come direbbe Giorgio Gaber. “Sei” è un brano cadenzato da un ritmo incalzante che non ci tiene fermi, vorremmo ballare anche noi, vorremmo fare un bel tuffo in mare, vorremmo essere quel mare così libero e magnifico. Vorremmo essere la sabbia bagnata dalle onde, il cielo trafitto da un raggio di sole.
“Sei” è un brano r’n’b scandito dal 4/4 di batteria elettronica, con una produzione curata da Marco Olivi (Ex- Otago, Ghemon) e Raffaele Scogna (Ghemon, Selton), stretto collaboratore di Tommaso Colliva. Il racconto fotografico, curato dal cantautore ci immerge nelle atmosfere del brano, nell’amore che non ha colori, sesso o età. Le due protagoniste vivono un momento di totale libertà e incondizionato amore, un amore per la vita.
Ecco cosa ci ha raccontato l’artista.
Cosa significa Fatto d’argilla, il titolo del tuo nuovo album?
Fatto d’argilla per me è assoluta libertà: libertà di poter essere incoerenti, di sbagliare, di fare passi indietro, di lasciarsi modellare e di modellare la vita, proprio come un artigiano modella l’argilla. L’argilla è materia duttile e viva e il disco racconta della possibilità di cambiare, del valore del cambiamento, della scoperta di nuovi mondi, dell’esplorazione vitale, della curiosità e del porsi delle domande.
Di cosa parla il tuo ultimo singolo “Sei” e perché hai aspettato fino ad ora per presentarcelo?
Il mio singolo parla di una storia d’amore, è una canzone dolce ma al tempo stesso cruda. “Sei” è tutto quello che un innamorato potrebbe dire alla sua amata. Un amore che supera confini, razze, colori, generi.
Cosa puoi raccontarci del concept che gira intorno alle fotografie che hai scattato?
Ho sempre amato far corrispondere ad un suono, un’immagine. Il mondo dell’audiovisivo mi affascina molto, con la fotografia si può dire molto. La narrazione fotografica racconta la storia d’amore tra due ragazze, che si ritrovano e si godono una momento di spensierato amore, un amore puro, «senza la smania di dimostrare», come direbbe Giorgio Gaber.
Come è stata la tua esperienza presso Ishtar Records di Milano?
Negli studi di Ishtar mi sono trovato subito accolto, ho lavorato con i produttori Marco Olivi e Raffaele Scogna. Il clima era bellissimo, abbiamo riso tanto ma anche lavorato molto!
Cosa pensi sia cambiato nella scena musicale italiana in quest’ultimo periodo?
Penso ci sia stato un bel cambio di paradigma, la musica italiana si è aperta al mondo, superando tanti luoghi comuni e cliché che la ancoravano al passato. La stagione del “bel canto” penso sia finita, speriamo si apra la stagione della “bella musica”, una musica che ci faccia star bene, ma anche pensare. Credo molto nel valore sociale dell’arte, l’arte, la musica sono un mezzo per raccontare storie e dar voce a chi non ce l’ha.
E adesso?
Adesso ci prepariamo per l’uscita del disco che sarà pubblicato questo mese. Ma soprattutto ci prepariamo per i concerti. Speriamo di incontraci sui palchi.