– di Giuseppe L’Erario –
Attraverso un ascolto dettagliato si potrebbe collocare il nuovo album di Molla, Giovani dentro, nel “limbo” dell’indietronica, sia per qualità compositive che testuali. Il nuovo disco, a cui collaborano anche altri artisti che hanno firmato in totale tre pezzi del disco, Erica Mou, Renzo Rubino e Zibba, è definibile come un ibrido tra ciò che comunemente è inserito in due sfere musicali: l’indie e l’elettronica di stampo commerciale.
Per chi non fosse avvezzo o a conoscenza di tale sottogenere, l’indietronica attualmente è una variante rappresentata da un numero di artisti che a primo acchito hanno tutti un’impronta electro-pop tendente a privilegiare una certa struttura narrativo-testuale ben definita, quasi a voler simulare la realizzazione di un concept album; a questa miscela tematica si aggiunge un pizzico di sound alternativo non troppo sperimentale, perfetto per la partecipazione attiva a grandi eventi di massa.
Molla con il suo Giovani dentro disegna un mondo composto da nove personaggi diversi che in qualche modo vengono accomunati dalla volontà di sentirsi parte di un mondo propositivo, pronti a dare il loro contributo e a non preoccuparsi più di tanto del giudizio altrui. In particolare colpiscono le storie di Marco in “Stiamo cambiando”, un ragazzino di 11 anni che non ha pensieri, e annaspa solo nella sua dimensione fatta di videogames, ovviamente ben protetta da lui stesso, e inattaccabile dall’esterno; oppure la vita di Paola in “Goodbye My Love”, un po’ più grande di Marco, e mossa da due grandi passioni: tingersi i capelli e ascoltare musica in cuffia mentre tutti gli altri dormono.
Il racconto di Molla include anche storie educative non esclusivamente legate alla pre-adolescenza. Particolarmente difficile è il racconto di Lucia in “A casa presto”, donna, figlia, sorella, ma soprattutto giovane mamma che decide di dedicare tutta la sua vita al suo piccolo Marco, lasciando il lavoro e la sua città d’origine per accudirlo ed esaudire tutti i suoi desideri; l’unica cosa che la fa sentire “giovane dentro” è una sua foto dove sorride placidamente. Un altro protagonista di Giovani dentro è Lorenzo in “Superpizza”, un ottimo papà, forte agli occhi dei figli, ma fragile internamente come i veri supereroi che ci affascinavano da piccoli.
Nella descrizione minuziosa di questi personaggi c’è anche Molla stesso che si auto-racconta sentendosi “giovane dentro” proprio grazie alla musica, immancabile compagna di avventura. L’artista riferisce che un giorno giocando in casa con suo fratello sbatté la testa contro un mobile, e per l’urto si aprì un’anta dove trovò una batteria tutta luccicante che fece scoppiare la sua curiosità per la musica. Fu lì che Molla non abbandonò più quest’arte.
Le pennellate narrative di Molla aprono a un mondo pieno di soggettività e introspezione che rappresenta un po’ quello che ognuno di noi, seppur differentemente dagli altri, vive giornalmente anche senza accorgersi della rilevanza e dell’effetto che la nostra forza vitale ha su ciò che ci circonda.