Esce venerdì 21 maggio 2021 “Povera città”, il nuovo singolo dei Diletta che segue l’esordio con “Capita”. Questo nuovo singolo parla di un incontro perso nel tempo, nella memoria. Un incontro tra due persone raccolte da una notte di lampioni e di piazze. Una storia di amore forse solo accennata, sussurrata da una città che da spettatrice finisce per esserne la protagonista.
Ecco cosa ci hanno raccontato!
A cosa fa riferimento il vostro brano “Povera città”?
All’incontro tra due persone che vivono un momento intimo ma anche sospeso, incerto, sullo sfondo di una città che li accompagna e che in qualche modo ha la responsabilità della riuscita del loro appuntamento.
Vi chiediamo di farci fare una passeggiata per Milano. Dove ci portate?
Basilica di Sant’Eustorgio, un giro a corso di porta Ticinese, per finire con un bell’aperitivo sulla Martesana.
E perché Sacro disordine (titolo del loro primo EP, ndr)?
In una società che ci vuole ordinati e definibili con categorie ed etichette, il disordine è una sacra ribellione e un invito ad accettare se stessi nella propria incompletezza e fragilità.
Qual è la vostra formazione tecnica?
Non abbiamo alle spalle studi di musica, ma un vicino di casa di Jonathan insegna al conservatorio.
Come avete vissuto la città in questo periodo di quarantena?
Milano è una città poliedrica e a tratti respingente se non la sai prendere. In questo lockdown l’abbiamo assaporata nel suo essere spogliata da lustrini e caos, tra negozi di quartiere e cieli tersi.
Come si sono formati i Diletta e qual è la loro missione?
I Diletta si sono formati grazie all’amicizia e all’intesa artistica tra Jonathan e Andrea, complementari per formazione e carattere. La missione è quella di aprire un varco nelle persone che li ascoltano, nella speranza di trasmettere un pò di serenità