BOXERIN CLUB – “ALOHA KRAKATOA” RELEASE PARTY + WRONGONYOU
Circolo degli Artisti – Roma 18/1/2014
Era l’evento annunciato di gennaio 2014. Quello di cui chiunque avesse a che fare con la musica a Roma conosceva il giorno e l’occasione, il luogo e i protagonisti. Il 18 gennaio, per forza di cose un sabato, i Boxerin Club avrebbero presentato il loro primo disco, Aloha Krakatoa, al Circolo degli Artisti. Il Circolo ormai è il luogo dei grandi eventi romani, come la presentazione sold out del disco del Muro del Canto, o i due concerti, sold out – e come ti sbagli – de I Cani.
Per questo ero preparato a quello che poi è successo.
La serata inizia intorno alle 22, quando sul palco sale ad aprire il concerto il duo dei WrongOnYou, nostra vecchia conoscenza. Quando realizzo che praticamente un anno esatto prima li avevo visti per la prima volta, al loro primo concerto assieme, quasi mi scappa una lacrimuccia (QUA il live report del loro primo concerto). Di sicuro questo lungo anno li ha fatti crescere molto: i suoni sono più professionali, la performance è più compatta, i brani più efficaci. Sembrano esser particolarmente presi questa sera: Marco Zitelli, cantante, chitarrista, addetto alla drum machine, agli effetti vocali, al campionatore sembra quasi rapito in un’estasi mistica mentre canta; al suo fianco Daniele De Sapio colora e arricchisce l’ambiente sonoro con le ondate di delay, riverberi e chitarre che sembrano uscite da qualche abisso dimenticato. E mano mano che la sala si riempie, il nostro duo strappa applausi, chiudendo con una magistrale performance di “Killer”, il cui loop di voci finali è una delle cose più belle che la capitale ha sentito negli ultimi mesi.
Appena mi riprendo dalla performance e mi volto, mi accorgo che il locale non è pieno: il locale sta per implodere. A pensare che la serata è per il lancio del primo disco – una volta si sarebbe detto Long playing – di una band quasi non ci si crede.
I Boxerin Club salgono sul palco in formazione allargata: oltre il quintetto originale si aggiungono Andrea Fusacchia al sassofono e Stefano Padoan alle percussioni per l’occasione.
Bam! Basta solo l’attacco di “Bah boh” a farci capire che questi magnifici 7 hanno deciso di lasciare il segno stanotte. Belle chitarre dalle ritmiche serrate, quel basso esplosivo di Matteo Domenichelli, i doppi fiati, con Edoardo Impedovo alla tromba, e tutto quel macello ritmico dietro, con Francesco Aprili dietro le pelli che s’agita come un forsennato. Matteo Iacobis e Gabriele Jacobini sembrano divertirsi un sacco là davanti, a smezzarsi le parti di ritmica e solista.
Man mano che i brani scorrono, i nostri sembrano sempre di più a loro agio e la festa vola. “Hedgehogs” ti prende per mano e ti invita a muovere i piedi, “Clown” ti fa cantare in coro. Sopra e sotto il palco si balla, si canta, ci si diverte. Edoardo si sposta con la sua tromba, duetta con Gabriele, mentre i due Matteo si alternano alla voce. Tutti i brani del disco vengono riproposti con maggiore forza, con più cuore. “Northern flow” dapprima si solleva delicata dal silenzio, per esplodere in un crescendo, in un groviglio di bordoni e pelli. “Golden nose” è un highlight tanto nei solchi dell’album quanto sul legno del palco e “Caribbean town”, primo singolo estratto dall’album, ci fa scordare per un secondo di essere a migliaia di kilometri dall’oceano.
Ma la cosa più impressionante è come una gran parte del pubblico sappia i testi a memoria delle canzoni e non si vergogni a cantarle.
Festa, è una festa, c’è poco da fare, c’è poco da cercare sinonimi o fare parafrasi. I ragazzi si divertono un mondo e fanno divertire tutti. Chiude le danze “Black cat serenade” mentre si aggiunge all’impromptu un nuovo percussionista: con la sua lunga coda la band saluta il pubblico. Non prima però di ritornare per un bis, richiamati a gran voce, e riproporre “Hedgehogs”.
Quando si riaccendono le luci – e la gente si fionda al banchetto dei dischi – basta guardarsi intorno per capire l’impatto gigantesco avuto sul pubblico. Tutti sono contenti, tutti sorridono. C’è l’idea di aver assistito a qualcosa di unico. E come dargli torto?
Sul palco, la formazione allargata ha il suono di 500 megatoni, un’esplosione di musica pop, rock, world, un vulcano di allegria e spensieratezza. È solo l’inizio per i Boxerin Club, ma suonano già come una realtà affermata. È l’inizio, forse di qualcosa di veramente grande?
Riccardo De Stefano
(si ringrazia Simone Giuliani per le fotografie. QUI il set completo.)