Fuori venerdì 9 aprile 2021 per Le Siepi Dischi e Believe Digital, “Caffè Amaro”. È un brano che ci fa entrare nel mondo indie pop di venature agrodolce del cantautore di Avellino Spicci che si candida ad essere uno dei nomi più promettenti della scena indipendente, un brano dedicato a chi si incanta su Ebay a cercare le risposte impossibili, per tutti quelli che a Babbo Natale chiedono di non restare da solo, per chi ha voglia di paragonare la propria relazione, alla semplicità di un caffè. “Caffè amaro” è in definitiva l’addio struggente e sincero di chi ha amato così intensamente da non potersi accontentare di una miscela annacquata. È il dolore di chi sente lo strappo ma non si volta dall’altra parte, perché amare veramente vuol dire gustare fino in fondo, altrimenti meglio andare via. Ecco cosa ci ha raccontato!
Chi è Spicci quando non ha a che fare con la musica?
Fortunatamente quando non sono sul palco o in studio a lavorare ai miei singoli, la musica riesce sempre ad esserci, siccome studio canto al Conservatorio Martucci. Credo che prima di presentare un bel pacchetto, dentro ci debba essere un bel regalo e io ogni giorno cerco di migliorarmi e di dare il massimo prima nel dovere e poi nel piacere. Un’altra mia grande passione è mettere un po’ della mia inventiva anche in cucina, realizzando tanti piatti dolci e salati, come avrete capito, sono anche un buon gustaio, napoletanamente direi: “M piac o magnà”.
Per il resto come tutti i ragazzi mi piace passare del tempo con i miei amici, con la mia famiglia e amo trascorrere del tempo con il mio fantastico cane, Arya, una monellissima pitbull.
“Caffè amaro” è un brano autobiografico? Cosa ci puoi raccontare a riguardo?
Caffè amaro lo definirei un mix. Spesso mi piace scrivere di cose che vivo, ma amo anche dare sfogo alla mia fantasia perché spesso va a rafforzare quel che voglio intendere, altre volte parla dei mie vorrei o delle mie paranoie, che siano o non siano accadute. Poi mi piace molto nascondere i fatti realmente accaduti, camuffandoli nelle mie canzoni con altre parole. Questo lo faccio anche per lasciare libera interpretazione a chi ascolta il brano. Il mio obiettivo è che le mie canzoni suscitino a ogni persona una storia diversa, ma con un concetto comune.
Esiste una scena musicale ad Avellino? Chi ne fa parte?
Vivendo ad Avella, l’ultima provincia di Avellino, frequento più la provincia di Napoli che quella Irpina. Conosco poco questa scena e infatti frequento più i musicisti dell’agro-nolano.
Quali sono le ultime risposte impossibili che hai cercato su Ebay?
Essendo io un paranoico ipocondriaco non ho dubbi, ora più che mai, chiederei la cura a tutte le malattie del mondo.
Ci racconti la storia dietro il nome “Spicci”?
Quando ero bambino, uno spicciolo mi finì in gola, durante un trucco di magia che ero solito fare per stupire tutti e rischiai di soffocare, ma la mia famiglia riuscì a salvarmi. Quando si è piccoli, la morte neanche la si immagina eppure io la vidi con i miei occhi. Questo evento mi causò un trauma che durò per due anni, che sembravano non passare mai. Non riuscivo più a mangiare temendo che mi si potesse bloccare di nuovo qualcosa in gola o, nella mia ingenuità, pensando di avere ancora quella dannata moneta incastrata chissà dove. Dopo due anni riuscii a uscirne. Ad oggi però, passato questo inferno, posso dire che è lì che è nata la mia sensibilità, da lì ho iniziato a mettermi in dubbio, da lì ho sfidato le mie paure, vincendo e perdendo a volte. Da lì ho iniziato a sentire il bisogno di esprimere le mie emozioni, brutte o belle, perché la vita è così, ed è così che nascono le mie canzoni. Un po’ grazie a me e alle persone che mi circondano, un po’ grazie a quel dannato spicciolo, che tuttavia, oggi, vale molto di più.
Prossimi step del progetto?
Sto già lavorando ad un nuovo singolo e ne ho tanti altri in cantiere.