– di Assunta Urbano –
I componenti de Le Cose Importanti (Matilde, alla batteria, Umberto, al basso, Ylenia, alla chitarra, e Giada, alla voce e alla chitarra) vivono tra Lazio e Toscana. Una situazione, tra l’altro, per nulla facile in questo periodo in cui le zone del nostro Paese cambiano continuamente colore con annesse restrizioni specifiche.
La band, che si divide tra cantautorato e sonorità alternative, inizia a muovere i primi passi nel 2017 grazie ad un’idea della leader. Il progetto prende così il via, affiancando nei live musicisti del calibro di Giorgio Canali & Rossofuoco, Riccardo Sinigallia e Omar Pedrini.
Iniziano a pubblicare i primi brani, tra cui “Torneremo a parlare di niente”nel 2018, mentre due anni dopo rappresentano la regione Lazio nel contest Arezzo Wave.
Molte, invece, sono le sorprese che i quattro hanno in serbo per il pubblico in questo anno 2021. Tanto per cominciare proprio questo marzo uscirà il Sound Bocs Diary, edito per Musica Contro le Mafie. Si tratta di una sorta di esperimento sociale, un libro di lettura aumentata (metodologia utilizzata per tradurre il contenuto dei quotidiani ai bambini). All’interno di questa compilation, sarà presente anche la canzone “Terra”, che il gruppo ha pubblicato di recente, venerdì 19 febbraio.
E dato che Le Cose Importanti vanno condivise, non potevamo perdere l’occasione di intervistarli e farci raccontare di questo nuovo capitolo che riguarda il loro progetto musicale.
Venerdì 19 febbraio è uscito il vostro nuovo singolo “Terra”, il cui titolo sembra richiamare un po’ le radici e la natura, anche se la storia in questione è diversa. Ci raccontate di questa canzone?
“Terra” parla della paura di essere se stessi e di uscire allo scoperto, quella paura che ti fa tremare le gambe e che non ti fa uscire la voce anche se vorresti gridare. Bisogna lottare per ciò in cui si crede, dobbiamo imparare ad usare la voce per poter dire quello che pensiamo veramente.
Dalla terra nasce la vita.
Nel brano si canta di una incapacità di affrontare il mondo esterno, una paura di mostrarsi per ciò che si è. È una condizione probabilmente legata anche un po’ ai tempi bui che stiamo vivendo e non solo a causa della pandemia. Dal lato culturale, che ne risente fin troppo di questa crisi, in quale modo un artista, secondo voi, può combattere questa ansia dell’altro, degli altri, liberarsi della propria comfort zone e uscire allo scoperto?
Parlare chiaro, senza filtri e senza veli, ed è quello che cerchiamo di fare sempre con la nostra musica. Si pensa troppo a come sia meglio impacchettare il prodotto piuttosto che pensare ad essere se stessi e ad essere originali, cosa che, secondo noi, il pubblico apprezzerebbe di più. Mettersi a nudo è la cosa più bella che si possa fare.
Il pezzo è stato pubblicato dall’etichetta Musica Contro Le Mafie. Come è nata questa collaborazione? Invece, pensando all’associazione, secondo voi, quanto è importante per un musicista, o per un artista in generale, descrivere e “prendere attivamente parte” al mondo che ci circonda?
Il nostro incontro con Musica Contro le Mafie è nato dalla vittoria del contest per poter suonare all’Uno Maggio di Taranto, tra i vari “premi” c’era la partecipazione all’evento che ogni anno MvsM organizza al Teatro di Cosenza. Fino a quel momento, io [Giada ndr.] la Calabria non l’avevo mai vista, visitata o percepita. Da subito abbiamo avuto modo di entrare nel mondo di MvsM, era tutto perfetto. Lo staff, l’evento, la musica, le parole. Non avevamo mai partecipato ad un evento così importante moralmente. Con Gennaro De Rosa, Presidente e Direttore artistico dell’associazione, c’è stato da subito un “imprinting”, è una persona che fa tanto per la comunità e smuove veramente mari e monti. Musica Contro le Mafie non è una semplice etichetta, Musica Contro le Mafie è un’associazione della rete di Libera (associazioni, nomi e numeri contro le mafie) che da anni, attraverso la musica e i musicisti, porta avanti un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza attiva e responsabile.
Ecco, speriamo che con l’uscita di “Terra” tanti artisti che ci seguono possano avvicinarsi a questo mondo, perché c’è bisogno che se ne parli, e che tutti insieme si faccia rete per essere più forti. Prendere parte a queste iniziative è importantissimo, devi dare il buon esempio per smuovere la coscienza delle persone. Se possiamo farlo noi potete farlo anche voi. L’unione fa la forza, sempre!
“Terra” è presente nella compilation Sound BoCS Diary, un libro di lettura aumentata, disponibile a partire da marzo. Parliamo di questo progetto.
Sound Bocs Diary è un diario a tutti gli effetti, al cui interno troverete foto, video, commenti sulle giornate passate a Cosenza, è completo di tutto e non manca niente. La copertina, poi, è bellissima ed è stata realizzata da Davide Passoni, il nostro “vicino di bocs” per una settimana.
Il lavoro, inoltre, sarà presentato a Casa Sanremo nel corso della settantunesima edizione del Festival di Sanremo. Cosa significa per voi questo traguardo?
Beh, è sicuramente un traguardo importante. Vuol dire che ci stiamo muovendo nella direzione giusta, e siamo certi che il tempo farà il resto.
Gioco di parole e domanda che forse vi hanno già fatto più volte: se doveste sceglierne solo tre, quali sono davvero, per voi, Le Cose Importanti?
Suonare, condividere, conoscere.