– di Michela Moramarco –
L’ascesa artistica e mediatica degna di un Superbattito, che ha visto protagonista il cantautore romano Flavio Pardini, noto come Gazzelle, è sicuramente notevole.
In ogni caso, non è di questo che parleremo. Perché dopo l’album Punk, che forse di punk aveva ben poco, Gazzelle torna a far parlare di sé con un album dal titolo che si presta ai più disparati giochi di parole. E in effetti OK è un album che probabilmente di giochi ne nasconde tanti. Con “Destri” infatti pare che la “strategia di gioco” sia un po’ un flashback con cui si cerca di richiamare atmosfere anni ’90. Atmosfere che già dal video rimandano lontanamente ai Blink-182. In ogni caso, sfida riuscita, perché il brano sembra essere uno dei migliori dell’album.
La traccia più sorprendente (si può dire?) è “Lacri-ma“, con cui l’artista gioca a iniziare una strofa con la stessa sillaba con cui finiva quella precedente. Vabbè avete capito. Ma c’è un “Però” (che non è solo il titolo di una delle tracce): pare che lo spirito d’innovazione sia condensata in “Destri” e che una volta ascoltata questa, si ascolti un po’ tutto il senso dell’album.
Per capirne di più sicuramente non bisogna mai fermarsi al primo ascolto. Quell’ascolto in cui risaltano prevalentemente le auto-citazioni a-mare o anche quelle frasi stile diario post-adolescenziale. Frasi che chiaramente si prestano alle caption Instagram di una generazione sospesa tra i 15 anni, il “disagismo” e una immancabile sigaretta, ma che potrebbero essere anche punto di partenza per un’augurabile, nuova evoluzione compositiva.
Parliamoci chiaro: “sta vita sembra un burrone, ma non guardare giù” è una frase del brano “GBTR“, che riconferma lo stile “acronimistico” dell’artista. Insomma, i testi di questo album sono perfettamente coerenti (forse troppo?) con lo stile di Gazzelle, a tal punto da lasciar pensare che si poteva azzardare di più
Ma ascoltando attentamente questi brani, OK sembra quasi voler confermare che Gazzelle sia straordinariamente bravo a raccontare un nichilismo 2.0, fatto da storie sentimentali brevi quanto una storia Instagram.
Un nichilismo che paradossalmente fa anche così male, tanto che ti fa sentire come un’oliva nel gin. Sempre pronto. Ad annegare.
OK è un album che gioca con i temi, con le parole. È un album dalle sonorità sempre più pop. E se qualcuno ha parlato di crisi da terzo album, forse necessita un altro ascolto.
OK è un album in cui di certo si poteva azzardare di più. Però Gazzelle propone un album in linea non solo con la sua immagine, ma con il mood di un’intera generazione, quella che ha paura a chiedere “Scusa”, quella generazione che prende una parola come una “Coltellata”. Quella generazione che ha bisogno di brani come “Lacri-ma“, non fosse altro che per crogiolarsi nella malinconia.
Senza troppi giochi di parole, Gazzelle ci fa sentire sempre e comunque “ok”.