Di sicuro il suono e la produzione non sono figlie ne di questa scena indie italiana, ne del suo pop… tantomeno di questo tempo digitale visto che i rimandi alla leggera new wave anni ’90 sono decisi e forse voluti. Leotta torna con un Ep dal titolo “Passeggeri” e, dal mood che arriva sfacciato, sembra di volare dentro le pieghe inglesi di un flow digitale main stream davvero gustoso. L’amore al tempo della pandemia, l’amore al tempo delle distanze… si è passeggeri anche in questo tempo così distorto. Lo sguardo di Leotta è fotografia di sensazioni e di forme concrete…
Un nuovo Ep per Leotta e qui la domanda nasce spontanea: cosa resta ormai della forma “disco”?
Resta un oggetto che le nuove generazioni non hanno idee che cosa sia, della bellezza di un ascolto totale e che fosse espressione di un’idea artistica. Oggi tutto è veloce e la tecnologia ci porta ad avere tutto e subito e a volte non sappiamo goderci quello che abbiamo.
E dunque a questo Ep di 4 inediti che storia resta da vivere? Il tempo liquido del qui ed ora o sviluppi a lungo termine di più ampio respiro?
L’Ep avrà sicuramente un seguito. Con Giuliano Fondacaro, che insieme a me è autore dei brani, stiamo lavorando già al seguito. Ma nell’imminente sto lavorando al secondo videoclip e a una “Londra” unplugged.
Quanti ti avranno chiesto di questo ritorno al passato? Anche una macchina come quella in copertina non passa inosservata. Eppure, se mi posso permettere, c’è anche tantissimo futuro dentro “Passeggeri”… non è vero?
È sicuramente la domanda più frequente! Ho voluto riprendere la bellezza delle sonorità anni ’80 per creare il contrasto tra un testo moderno e un arrangiamento che strizza l’occhio al passato, ma con una forte connotazione “futuristica”. Mi piace definirlo un Ep “dream pop”.
Le bellissime soluzioni melodiche di “Londra” vincono. Ho quasi l’impressione, sicuramente imprecisa, che sia questo brano ad aver “scritto” gli altri 3… sbaglio?
In realtà “Londra” è l’ultima arrivata ma vivo di contaminazione continua nelle cose che scrivo, che riprendo, butto via e riprendo ancora. Quindi non sei andato poi tanto lontano!
A chiusa andiamo a parlare sicuramente di distanze in un tempo paradossale come questo. Tanti mezzi per connettere il mondo e poche libertà per farlo veramente…
Siamo sempre connessi, eppure siamo così distanti. Quante volte siamo fisicamente presenti ma con la testa china sul nostro telefono. Spero che questa pandemia ci porti a una riflessione, a capire quanto avevamo e quanto di bello ci siamo ritrovati a perdere nel giro di poche settimane. Abbiamo tanto e a volte non ce ne rendiamo conto. Spegniamo il telefono e mettiamo su un disco…