“SÚSTINE IMPETUM“ è il titolo dell’ultimo singolo del cantautore Paolo Fattorini, che anticipa l’EP omonimo in uscita a marzo. Il titolo del brano significa “Resisti all’attacco“ in latino e rimanda all’idea, che riscontriamo nei lavori precedenti di Fattorini, che ci siano forze pericolose e minacciose per gli individui, i quali devono quindi organizzarsi per resistere al loro attacco. “SÚSTINE IMPETUM“ propone una lettura doppia, un parallelismo tra due situazioni: un genitore che stringe le sue braccia attorno al figlio sempre di più, togliendogli quindi la libertà di muoversi, e una rete digitale che, per una serie di comodità e di comfort, ci porta a sacrificare la nostra libertà. In entrambi i casi il gesto è inizialmente benevolo (l’abbraccio di un genitore, i comfort portati dalle innovazioni tecnologiche), ma in un secondo momento diventa una privazione delle libertà di un individuo ad opera di qualcun altro. L’artista utilizza la lingua latina, come negli ultimi lavori che ha pubblicato, per “tornare alle radici” ma anche per porsi come alternativa in netta antitesi rispetto all’inglese, la lingua coloniale dell’Impero, come dice. Il basso acustico, suonato in modo decisamente atipico (con accordi invece che con singole note), è lo strumento espressivo ideale per Fattorini, che l’ha recuperato e l’ha reso il fondamento delle sonorità oscure e minimali che caratterizzano questa fase della sua produzione.
Tutti questi sono elementi di grande originalità, che rendono il lavoro di Paolo Fattorini un unicum nel panorama italiano e internazionale. Il coro iniziale di “Noli maniere coniunctus, bustine impetum“ (“Non restare connesso, resisti all’attacco“), cantato da un coro di voci bianche, rappresenta l’innocenza dei bambini che chiedono agli adulti di sconnettersi da cellulari e dispositivi elettronici; l’esortazione di Fattorini, infatti, è quella di smettere di utilizzare questi dispositivi, di usare telefoni senza dati, di rinunciare a tutte queste comodità a cui siamo abituati in nome della libertà: “Libertas pretium non habet“ (“La libertà non ha prezzo), recita il testo. Il videoclip del singolo, infine, prosegue sulla stessa linea dei videoclip precedenti, collegandosi sia agli stessi videoclip sia agli episodi del docufilm “nascosto” nel sito www.paolofattorini.com in cui il protagonista, un personaggio umano ma ibrido, che vive con un monitor al posto della testa in una città deserta, in seguito alla Quarta Rivoluzione Industriale, suona diversi strumenti in un garage per togliersi di dosso le catene di questa realtà digitale; il suo inconscio lo aiuterà a liberarsi anche della sua testa “monitor”.