– di Giuseppe L’Erario –
Lobina è una cantautrice nata e formatasi a Genova, città che custodisce le preziose gesta della famosa “Scuola Genovese” fucina di talenti e di note avventure di vita messe magistralmente in musica dai miti della canzone d’autore come De André, Tenco, Paoli, e delle icone della musica rock come Ivano e Bambi Fossati, nomi importanti della musica nostrana che molto probabilmente non sono sfuggiti alla giovane cantautrice durante la sua formazione artistica. Il suo primo lavoro in studio Clorofilla possiede alcune sonorità che a tratti ricordano l’espressività di cantautrici come Elisa, e si avvicinano molto alle sperimentazioni miste tra pop ed elettronica di Levante.
L’EP, anticipato dall’uscita del singolo Molecole, rappresenta in tutte le sue forme l’immagine di una donna che non si vergogna di mettere a nudo la sua personalità, né di subire le ingiustizie della vita e successivamente rialzarsi schernendone i terribili attacchi. L’idea di riversare autobiograficamente personali visioni musicali sulla fragilità degli stati emotivi è sicuramente sintomo di una propensione verso il cantautorato, ma la scelta di inserire questo progetto in un contesto ibrido tra pop e musica elettronica è il risultato del connubio nato con Simone Carbone.
Il compositore, producer, e polistrumentista, concittadino di Lobina, riesce a combinare un amalgama sonoro costruita da un mix di vocalità flebili e per certi versi vigorose, con un campionario di loop elettronici che fortificano ritmicamente la delicata base melodica. Clorofilla, così come ricorda lo stesso nome, è un composto di cinque tracce che dona nutrienti ed energia ad un disco intimo e conduce ad un ascolto disimpegnato, come nel caso di Leggera, un brano che si affaccia ad un pubblico più vicino al pop commerciale.
In generale, il primo EP di Lobina sembra rientrare pienamente nella macroarea della musica mainstream; tuttavia, solo dopo un ascolto più dettagliato, si può intuire un’intenzione diversa nel messaggio dell’artista, più precisamente una volontà di spiccare e emanciparsi dal calderone della musica leggera attraverso le proprie doti artistiche, che auspicabilmente riusciranno nel corso della sua carriera a far emergere in maniera più incisiva tutta la sua singolarità.