Dalla trasgressione eccentrica al pop radiofonico. Così vorrei iniziare questa nuova intervista agli UMMO, realtà abruzzese che si sta facendo conoscere su larga scala ricevendo importanti riscontri sin dal loro eponimo esordio del 2014 che aveva sorpreso e incantato molta critica italiana per questo trasgressivo modo di essere eccentrici ed extra-terreni. Tante le trasformazioni che anticipano il nuovo disco in uscita e tra quelle “aliene” e randagie fuori da dischi ufficiali, troviamo anche questo singolo titolato “Blu”: ed è appunto una evoluzione, una trasmigrazione verso dialoghi decisamente più quotidiani, più fedeli al main stream. Ci spiegheranno tutto questo: intanto, come sempre, c’è anche un bel video in rete dove ritroviamo la firma di Giovanni Bufalini. Inno laico alla gioia di vivere, alla libertà delle proprie emozioni… oggi più che mai ne abbiamo bisogno.
Dalla trasgressione eccentrica al pop radiofonico. Una trasformazione o un semplice transito di lavoro?
Più che un transito, una evoluzione. Non amiamo rimanere fermi su un genere o trattare tematiche sbandierando l’eccentricità a tutti i costi. Il primo album è stato un esperimento dettato da estrema sincerità emotiva. Il secondo (ufficialmente mai uscito) da cui abbiamo estrapolato tre singoli era vestito di rabbia e sconcertante verità patologica. In questo terzo album, la cui uscita è prevista per l’autunno, è semplicemente arrivato così come è. Da autore credo fermamente che è già tutto scritto, ed è intorno a noi, nell’etere. Bisogna solo “collegarsi” e prendere melodie e testi lasciandosi trasportare. È un atto di fiducia. L’ultimo singolo, “Blu” ha delle sonorità molto Pop, ma rimanda comunque a dei giochi di arrangiamento che negli anni ci hanno caratterizzato. Forse è solo più maturo, o forse volevamo nei concerti anche dei terrestri che ascoltavano musica diversa dalla nostra.
Gli UMMO di “Destino” oggi cosa sono diventati?
Quanta nostalgia a leggere la parola “Destino”. Gli Ummo di oggi sono e rimarranno sempre gli Ummo di ieri. Soltanto l’arte e quindi nel nostro caso la musica, riesce a mutarsi compiendo miracoli. Siamo ancora un gruppo di amici folli, romantici, coraggiosi, con delle sfumature di dolcezza e sensibilità. Eravamo venuti in pace la prima volta sul vostro pianeta e il nostro messaggio non è cambiato: l’unione è la più alta forma di esternazione dell’intelletto umano. E nel nostro piccolo cercheremo sempre di far apparire ciò nelle nostre canzoni.
La cultura extraterrestre? Ve lo chiedo visto che siete diventati così piacevolmente terreni…
Non si può e non si deve mai rinnegare la propria natura. Ti ringrazio a nome della band per il “piacevolmente terreni”. La Terra riesce a rapirti cuore, mente e anima, anche se a volte è così talmente grottesca da sembrare inutilmente brutale a causa di certi suoi abitanti. Noi siamo in viaggio da molti anni e la vostra accoglienza è un abbraccio da cui non vogliamo allontanarci, per il momento. Abbiamo scoperto con sorpresa che questo pianeta è pieno di alieni di diverse razze. Nei nostri concerti li vediamo, li captiamo. E alcune volte accade anche il miracolo che esseri umani inizino a ricordare di provenire da altri mondi ascoltando la nostra musica. È in quei momenti che l’etere torna a vibrare su frequenze sconosciute appagando l’anima, in quei momenti, sul palco, si è davvero in pace.
Il nuovo disco degli UMMO che anticipate oggi con questa rapsodia in “Blu”: che colori avrà? Ma soprattutto che mood?
Avendo viaggiato così tanto è naturale avere delle ambizioni molto alte, ma senza mai cadere nel pretenzioso. Nonostante suoniamo da eoni e su palchi di diversi pianeti, abbiamo ancora da imparare infinite nozioni, assaggiare diverse emozioni, scoprire menti. Gli Ummo sono come delle spugne galattiche, assorbono tutto senza condizionamenti e limiti per poi scrivere melodie e testi. E in questo atto creativo i colori sono ovviamente fondamentali. I colori rigenerano ogni sorta di equilibrio. I colori hanno il potere di essere anche ascoltati. E in questo nuovo album ci sarà un valzer tra il blu e il rosa corallo, sulle note di un pop più intenso, ma non per questo meno eccentrico. Avevamo bisogno di luce, di verità e di spogliarci da maschere che anni di sofferenza, inesorabilmente, avevamo costruito e indossato. L’amore non sarà mai banale… in nessun sistema solare o dimensione parallela.
E di nuovo la regia di Giovanni Bufalini: cosa cercavate da questo video ufficiale?
Giovanni negli anni è diventato un caro amico che rispettiamo e stimiamo sia come artista, come professionista, che come anima vivente. Lui ha una sorta di mix genetico: per metà terrestre e per metà alieno e per lanciare il primo singolo del terzo album abbiamo pensato a lui. Infatti anche questa volta non siamo rimasti delusi, il messaggio era forte e chiaro: riscoprire la speranza tramite la bellezza e in questo caso la bellezza del grande cinema del passato. Un cinema che ha fatto sognare e che ha riempito i cuori di gioia e spensieratezza, soprattutto in un momento storico così delicato. Perché risalire sulla nostra astronave e andarcene, quando invece potevamo ancora scrivere canzoni e trasmettere tutta la nostra storia, tradizione, lingua, follia e emozioni seppur aliene? Ce lo siamo chiesti e la risposta è stata questo album. Ora non rimane altro che attendere ancora un po’ e ascoltarlo!