– di Michela Moramarco –
I Fiori di Cadillac sono una band composta da Luigi, Valerio e Alfonso. Li avevamo lasciati a marzo scorso con il loro secondo album Fuori dalla storia, nonché un manifesto stilistico di un gruppo di amici che racconta le proprie aspirazioni e paure in musica.
È uscito il 21 ottobre il nuovo singolo della band salernitana, dal titolo eloquente “Ma che succede fuori”, un timido interrogativo di cui non si sa se vale la pena trovare risposta. Alla produzione del brano ha contribuito anche Rachid Bouchabla (Ex-Otago). Il brano presenta delle sonorità coerenti con il progetto discografico precedente.
Predomina un approccio elettronico che rende protagonisti synth e drum machine. Scritto ad aprile 2020, in un periodo di pieno lock-down, il brano nasce dal bisogno di rispondere ad un silenzio sempre più assordante. Non a caso la band afferma che l’obiettivo è stato quello di “raggiungere un sound che esprimesse ansia, inquietudine in contrapposizione ad un enorme voglia di vivere”.
Perché ritrovarsi a essere isolati e molto spesso anche soli ha generato l’esigenza di darsi una spiegazione agli eventi estrinseci al proprio io e dunque che sfuggono inesorabilmente al controllo del singolo individuo. “Ma che succede fuori” è la rappresentazione in musica di un’amara e, perché no, anche illusoria consapevolezza di essere scarsamente determinanti al corso degli eventi. Insorge la rivoluzione o forse è solo il camion della spazzatura.
È di memoria hegeliana l’idea per cui è la rivoluzione che muove la storia. O almeno fino a quando la storia non costringe l’individuo a isolarsi. Trovarsi chiusi dento le pareti circoscritte dei propri pensieri potrebbe equivalere a perdersi fuori dalla storia. E così i Fiori di Cadillac hanno deciso di iniziare una propria rivoluzione.
E ogni rivoluzione che si rispetti deve iniziare con una presa di coscienza. Chiediamoci più spesso allora “ma che succede fuori”.