Le Rose e il Deserto, alias Luca Cassano, classe 1985, calabrese di nascita e milanese d’adozione, dopo la fine del progetto Citofonare Colombo si è dedicato interamente alla carriera solista realizzando Io non sono sabbia, EP d’esordio di cinque tracce pubblicato dall’etichetta PF Music. Il disco presenta brani estremamente personali, in cui temi ricorrenti sono i ricordi del passato, la nostalgia e l’inquietudine, ma anche – e forse soprattutto – uno sguardo che ricerca la poesia in ogni piccola cosa, capace di far sbocciare dei fiori anche nell’arido deserto dell’esistenza.
All’interno dell’EP si presentano spesso le figure dei genitori: nella prima traccia Cassano si rende conto che nel riflesso dello specchio sembra esserci suo padre, a guardarlo; s’instaura così un dialogo-confronto con le figure genitoriali, tipico di quando si raggiunge un’età “di mezzo” come quella del cantautore. Dialogo che prosegue in Un terzo, che recupera la poesia e l’equilibrio personale in mezzo a una vita frenetica, caotica e ansiogena come quella della città, e soprattutto in Pirati, ritratto poetico di una giovane figura materna capace di raccontare storie fantastiche al figlio.
Sembra esserci un grande lavoro d’introspezione e di autoanalisi: in ogni traccia dell’EP Cassano si guarda dentro, si ritrova nei ricordi del passato e supera la malinconia per far spazio a una pars costruens in cui emerge la volontà di non disilludersi e di restare un sognatore, concetto rivendicato dall’emblematico titolo: Io non sono sabbia. Le modalità d’espressione sono racconti e ritratti costruiti per immagini e flussi di pensiero, capaci di cogliere la vena poetica nei dettagli e in elementi naturali (ricorrenti sono i paesaggi marini).
Dal punto di vista musicale i riferimenti sono piuttosto chiari e oscillano tra il cantautorato italiano (in primis il “Principe” De Gregori) e le nuove influenze di indie/itpop elettronico, a cui assimilerei in modo diverso Lo Stato Sociale, gli Ex-Otago e i Pop X. Non mancano elementi di sperimentazione musicale, come la base di Passi indietro, in cui un’elettronica raffinata si fonde a una martellante sezione fiati che imperversa per il brano, creando un’aria rarefatta e assillante.